PAUL WHITE - RAPPING WITH PAUL WHITE
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Reviewed by
Jonathan
VOTO (da 1 a 5)
:
4 +
Con sommo piacere riempio lo spazio ancora vuoto delle recensioni dedicate al britannico Paul White, produttore bianco come il suo cognome, finora sempre limitrofo all'Hip-Hop (a differenza di personaggi come Madlib, ad esempio) e qui finalmente in veste di beatmaker per un discreto numero di mc's. Se vi siete persi i due lavori precedenti e in particolare "Paul White And The Purple Brain", vi consiglio di andarveli subito a comprare (non scaricateli, il prezzo è contenuto e il disco appena citato ha una bellissima copertina che da sola vale l'acquisto). Il concept di "Rapping With Paul White" non si basa più sul lavoro di qualche sconosciuto guru svedese di musica psichedelica (S.T. Mikael, unica fonte d'ispirazione per "Purple Brain"), ma è dedicato al Rap vero e proprio. Fa piacere notare che la scelta degli mc's è particolarmente azzeccata, a partire da un Guilty Simpson in forma invidiabile su un bel beat storto che sembra figlio del Loto Volante, seguito da qualche nome meno noto, ma tutti all'altezza (ah, dimenticavo, c'è anche il signor Danny Brown); è però il lavoro di Paul White ad emergere su tutto. Come nelle sue precedenti uscite, è tangibile l'enciclopedica conoscenza musicale del produttore, che nonostante le parentele artistiche con i vari Madlib e Flying Lotus riesce ad evitare la semplice strada dell'emulazione. Si prenda ad esempio la tetriseggiante "The Doldrums", che sembra uscire da un Game Boy, così come alcuni suoni di "One Of Life's Pleasures", che si mescolano a campioni Soul più tradizionali. La personalità di Paul White si piazza subito al centro e questo è forse il merito principale di tutta la sua produzione. Ascoltatevi quella manata in faccia e allo stomaco che è "Rotten Apples" con l'inglese Tranqill (nulla da invidiare ai cuginetti yankees): un inizio che sembra semplicemente il solito beat col campioncino vintage e si trasforma in altre cose nel corso delle varie strofe, con la costante di un suono disturbantissimo che non ho ancora capito cosa sia esattamente. Oppure prendete anche solo i vari intermezzi senza il Rap, tutte tracce potenziali che farebbero impallidire la maggior parte dei beat più in voga al giorno d'oggi. In realtà sarebbe bene soffermarsi su più o meno ogni singola traccia, ma vi basti sapere che il livello musicale è molto alto, il Rap non è invasivo e il senso della misura tipico dei grandi artisti regola l'album per tutta la sua durata. Siamo dalle parti del mio personale podio del 2011 ed è un piacere poterlo scrivere (non badate troppo al voto, un 5 lo darei unicamente ai Company Flow e all'album dei Latyrx: considerate quel 4 abbondante come un giudizio prossimo al 5). Da avere, magari con l'EP dei remix uscito qualche mese dopo. Soprattutto se non siete amanti del Rap più canonico, è un buon modo per iniziare. Buon ascolto! |
TRACK LIST |
Paul White - Rapping With Paul White
(One-Handed Music 2011)
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BEATZ |
All tracks produced by Paul White |