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Con "Robot network", se non me ne sono persa qualcuna per strada, siamo a dodici uscite (in genere di durate brevi) per Robot Kaard (o, se preferite, Carmine) in circa due anni. Abbastanza per azzardare qualche conclusione, magari confermata proprio da quest'ultima fatica. Diciamo che il produttore napoletano che si cela dietro i nomi DMC, J. Cardema e Robot Kaard ha un gusto compositivo estremamente eterogeneo, che se in passato prendeva ancora spunti dall'Hip-Hop strumentale, nel corso del tempo ha cominciato a sondare percorsi più personali, sposando un'estetica minimale che guarda tanto all'Elettronica dei Kraftwerk ("High voltage") quanto all'universo delle colonne sonore ("Yo!"; ma l'utilizzo degli Air mi è sembrato un po' forzato). Di certo le possibili corrispondenze sono numerose, il dato interessante non sta però nell'individuazione di similitudini il più delle volte vaghe, bensì nella verifica di un'abilità camaleontica che consente a Robot Kaard di spostarsi dalla musicalità di "Dress" alle distorsioni Post Rock di "Funday", senza venir meno nella proposizione di uno stile proprio. Ed è sulla base di quest'ultimo, appunto, che il Robot dovrebbe cominciare a cercare una certa stabilità, in modo da superare questa lunga e necessaria fase di formazione che, vale anche come augurio, può sbocciare in progetti più ambiziosi. |
(Bra) |
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TRACKLIST |
NOME Robot Kaard TITOLO DISCO RUOLO PROVENIENZA ALTRI PRODOTTI EDITI CONTATTI |
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