SALMO - THE ISLAND CHAINSAW MASSACRE
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Reviewed by Riccardo Orlandi
Premesso che nessuna recensione potrà rendere giustizia a questo disco, vi avviso che stavolta abbiamo tra le mani qualcosa di veramente diverso. Fate un giro online e vi renderete conto di quanto entusiastica sia la ricezione di questo lavoro: c'è chi, in virtù della deflagrazione di originalità, lo affianca a Dargen - nientemeno - per quanto diametralmente opposto nelle atmosfere. Non si può certo dare torto a tutto questa euforia - né al paragone: i nomi di chi, come i due mc's in questione, tentano di evolvere il Rap sono tragicamente pochi ma uniti dallo stesso obiettivo. Il ragazzo, qui, classe '84, ha un curriculum musicale dell'altro mondo (Punk, Stoner, Metal, senza contare i precedenti Hip-Hop) e più palle di tutti i ventenni invertebrati che infestano la scena underground con i loro dischi d'esordio cronicamente identici tra di loro. Ma andiamo con ordine. La produzione musicale - tutta quanta a cura dello stesso Salmo - ha dell'incredibile: ci si trova davanti a continui cambi di direzione accomunati da un gusto per la sperimentazione unico, passando dalla Drum and Bass ("L'erba di Grace"), al Metal ("Street drive-in"), all'Elettronica, senza dimenticare qualche tappa vicina all'Hip-Hop classico ("La prima volta" ha una base di questo genere, sebbene il sample orientaleggiante e il drum beat non proprio convenzionale la mantengano ad un alto livello di originalità). I testi, in quanto a tendenza iconoclasta e rabbia esplosiva, non sono da meno - considerando anche che Salmo ha una voce particolarmente intensa e un timbro a dir poco incazzoso. Il clima è assolutamente cupo, senza via di scampo. L'introspezione la fa da padrona, ma il filtro artistico non è mai assente. Almeno per una volta non ci troviamo di fronte a certe autobiografie in rima in cui il rapper di turno ci racconta le proprie disgrazie in maniera più o meno convincente: Salmo non smette mai di essere fedele ad un tipo di poesia sporca tutta sua, violenta ma sofferente (<<Scrivo versi tra i non morti nella fase rem/vivo auto depressivo in note requiem>>, giusto per fare un esempio), con tratti di inaspettata liricità. Le tracce sono tutte di altissimo livello lirico, ma non si può fare a meno (dopo un lungo spareggio con "La prima volta") di assegnare a "Yoko-ono" la palma per il miglior pezzo del disco: uno storytelling così allucinato e spaventosamente narrativo, spalmato su un beat che campiona nientemeno che "Come Together", si era visto raramente. Questo disco è più di un ottimo punto di partenza. Forse è davvero una svolta per il Rap italiano. C'è chi ha già tentato di far incontrare Drum and Bass e Rap, così come esistono tentativi di fondere l'Hip-Hop con altre correnti culturali (i rapper che arrivano dal Punk o dal Metal non sono così rari), ma i risultati sono sempre stati deludenti sul livello della scrittura o talmente difficili da metabolizzare da fare del proprio elitarismo un ostacolo. Salmo sposa, non temo di affermarlo, alla perfezione ricerca musicale, originalità di pensiero ed abilità letteraria. Se Dio vuole, qualcuno che prende l'Hip-Hop e lo fa crescere, in barba ai talebani dell'old school e agli sputtanatori professionisti, con una scrittura intelligente, con personalità e spessore, è arrivato. Non è l'unico, certo, ma di sicuro è uno di quelli che è riuscito ad esserlo nella maniera più felice. |
TRACK LIST |
Salmo - The island chainsaw massacre
(KICK OFF! Recordz 2011)
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BEATZ |
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