Rocco Hunt - SignorHunt
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Cominciamo a mettere ordine tra le cifre, perché in questo caso aiutano: Rocco (Pagliarulo) Hunt ha ventun'anni appena compiuti, superato lo scoglio fondamentale della produzione underground il giovane rapper campano pubblica con la Sony Music tre dischi in tre anni, "Poeta urbano" guadagna la quinta posizione della classifica FIMI, "'A veritą" (spinto dalla fortunata parentesi del Festival di Sanremo) la prima e "SignorHunt" la seconda (andrebbero aggiunti al conteggio un documentario in DVD presente in "'A veritą 2.0" e "Il sole tra i palazzi", libro edito da Mondadori). Si tratta di un'attivitą oggettivamente intensa e per molti versi comprensibile, considerata l'improvvisa notorietą raggiunta, ma deleteria negli aspetti squisitamente artistici di un percorso a mio avviso spremuto in schemi fin troppo rigidi, impedendo all'mc di maturare davvero e alle discrete premesse avvertite in "Poeta urbano" di sbocciare concretamente. "SignorHunt" č, a grosse linee, un progetto speculare - se non gemello! - a "Poeta urbano" e "'A veritą", proponendone contenuti e atteggiamenti pressoché identici, un'operazione priva di sorprese e decifrabile dalla sola lettura della tracklist. In ordine sparso, abbiamo retorica di ogni sorta ("Vene e vvą" erige Kingston quale simbolo di libertą, mi chiedo se Rocco abbia mai letto qualche dato sull'omofobia in Giamaica...) e riferimenti spiccioli alla politica e alla societą, refrain di una bruttezza sconcertante (Neffa e Mario Biondi) e featuring incommentabili (Enzo Avitabile timbra di nuovo il cartellino, Guč Pequeno č il Guč Pequeno di sempre, Clementino esordisce con un inaspettato <<Police in helicopter/io fumo marijuana>>, Maruego č un incapace ed č ora che qualcuno gli presti delle rime), ipocrisie (<<quale success' ij vuless che n'foss succiess nient'>>) e incongruenze grossolane (il continuo parlare con nostalgia del passato, il racconto spesso enfatico di una realtą - quella salernitana - non assimilabile a scorci urbani pił complessi e degradati), fiacchi storytelling ("Qualcosa di strano", esplicito omaggio ad "Anna e Marco" di Lucio Dalla, e "Marcos"), singoli che vorrebbero risultare sarcastici (la titletrack) e Rap di stampo neomelodico ("'na stanza nostra"). Insomma, spuntando "SignorHunt" di qua e di lą come fosse una pianta piena di rami secchi, cosa resta? Poco, purtroppo: un ottimo brano introduttivo ("Tengo voglia 'e sunną"), un episodio dalle venature Pop e in italiano, tuttavia riuscito ("Allora no!"), l'apporto di Speaker Cenzou, Luchč e Nazo; il resto č, senza girarci attorno, di scarso interesse e, soprattutto, non alla pari di una crescita percepibile solo nel dato tecnico. Rispetto, infatti, a quanto indicato recensendo "Poeta urbano", č piacevole notare che Rocco abbia depennato l'abuso di tronche e reso ulteriormente scorrevole un flow che continua ad esprimersi meglio nel dialetto, qualitą poste perņ al servizio di riflessioni, autobiografismi ed introspezioni di estrema prevedibilitą (nč aiuta un sound caratterizzato da limitata originalitą e selezionato per piacere a un pubblico eterogeneo). La parabola sembra seguire una traiettoria precisa e non č facile immaginarne sviluppi diversi, ragion per cui mi limito a registrare "SignorHunt" tra gli album ascoltati, recensiti e presto dimenticati. |
TRACK LIST |
Rocco Hunt - SignorHunt
(Sony Music Entertainment Italy 2015)
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BEATZ |
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