Skyzoo - Music For My Friends
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li9uidsnake
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New York City, anno 2015. Ci siete? Ecco, fermatevi per qualche secondo e provate a stilare un'ipotetica graduatoria dei dieci top-tier provenienti dai five boroughs. Avete fatto? Scommetto che almeno sette/otto di quei nomi appartengono a gente che ha mosso i suoi primi passi nel Rap game calzando un paio di robuste Timberland (escluso uno che, con le sue Clarks, NON può mancare nella lista) e non di certo delle scintillanti Balenciaga Arena. Con ciò cosa voglio dire? Che qualcosa è manifestamente andato storto. Il grande errore di NY è infatti stato quello di crogiolarsi nella propria sicurezza, spendendo i primi anni del nuovo millennio a disputarsi internamente la corona senza accorgersi che qualcuno, nel frattempo, le stava soffiando trono, castello e sudditi, ritrovandosi poi costretta ad affidare la propria pesante eredità nelle mani di sedicenti salvatori della patria della risma di Troy Ave-rage (schivate il suo "Major Without A Deal" come la peste!). Fortunatamente, fra le polveri di queste inutili lotte intestine c'è anche chi, nel frattempo, non ha scordato come usare al meglio penna e quaderno. Uno come Skyzoo, ad esempio, capace di dare vita a cortometraggi in rima che scorrono con la grana di una pellicola da 35 millimetri come in "Civilized Leisure", nel tandem tutto newyorkerse di "See A Key (Ki')", con un redivivo Jadakiss, e nella pomposa fanfara di "Suicide Doors", pezzo fra i più massicci ascoltati in questo 2015, miniato utilizzando lo stesso inchiostro di "Frisbees" e condito da una vertiginosa quantita di doppi e tripli sensi. Liricista a tuttotondo, Skyzoo ha nel suo curriculum ogni genere di rima: dalle allusioni al vetriolo di "Luxury" (<<Casper the friendly, writing for the Forbes list, ha!>>) alla via più veloce per raggiungere il suo cuore (<<From the K but my family from the country/a bowl of banana pudding is the dopest way to love me>>) nella più bizzarra fra le odi al gentil sesso di recente memoria ("Women Who Can Cook"), fino a vestire nuovamente i panni di Bernini delle sedici barre nell'amarcord nostalgico di "Things I Should've Told My Friends", intento ad impalcare le sue liriche su uno dei beat più minimali mai imbastiti da Apollo Brown. Alle macchine troviamo numerosi uomini di fiducia quali l'immancabile Illmind, Antman Wonder (già complice nel remake/tributo a "Reasonable Doubt"), MarcNfinit (che, dopo aver ben impressionato su "Barrel Brothers", qui dà il meglio di sé) e Jahlil Beats, accompagnati da volti nuovi come Thelonious Martin e The Rvit. (la sua "Money Makes Us Happy", impreziosita dai cameo di Black Thought e Bilal, vi strapperà ben più di un ascolto), i quali riescono nell'impresa di ricamare ognuno col proprio stile utilizzando però il medesimo filo e conferendo compattezza all'opera. Personale, autobiografico, "Music For My Friends" è un concept album con lo sguardo rivolto contemporaneamente a passato e futuro, ma coi piedi ben piantati nel presente. Un disco raccontato attraverso gli occhi di un adolescente, dedicato agli amici di sempre e, di riflesso, a tutti i giovani di oggi e domani. Un'altra tacca sulla cintura di quello che è ormai, a tutti gli effetti, uno dei signori indiscussi del sottosuolo di New York... Un buon auspicio se pensiamo che, come noto, le rivoluzioni si attuano partendo dal basso. |
TRACK LIST |
Skyzoo - Music For My Friends
(First Generation Rich 2015)
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BEATZ |
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