Termanology - G.O.Y.A.
|
Reviewed by
Mistadave
VOTO (da 1 a 5)
:
3,5
Termanology è un mc dal talento comprovato e anche se i suoi lavori a volte non esprimono interamente il suo potenziale, è uno di quei rapper cui si presta attenzione ogni qualvolta mette a disposizione qualcosa di nuovo, sia esso un album o una semplice presenza da ospite. L'ultima fatica in ordine cronologico di Daniel Carrillo, origini portoricane e residenza fissa in quel di Lawrence, Massachusets, non fa eccezione, è un disco diretto sin dal titolo ("Gunz Or Yay Available") le cui intenzioni non sono da confondersi con alcun concept album di sorta, sono semplicemente un'indicazione della dose di street reality che questa nuova realizzazione vuol portare con sé. Quindi, "G.O.Y.A." non è monotematico seppure consistentemente imperniato sull'utilizzo della figura del kingpin e di tutto ciò che gli ruota attorno (lungometraggi come "Scarface" sono del resto punti fissi di riferimento per l'ispirazione di tantissimi dischi Hip-Hop), qui c'è di più, c'è un rapper che ha ben vivo dentro sé quel fuoco che spinge a misurarsi per poi capire come e quanto migliorarsi, che desidera dimostrarsi capace di inventarsi nuovi assalti lirici coi quali uccidere la competizione e contemporaneamente di raccontare storie, utilizzare figure per creare immagini, stendere copiose barre in grado di toccare numerose tematiche differenti ma sempre attinenti al proprio ambiente e alla propria condizione, un attestato di versatilità che gli riesce sicuramente bene nella maggior parte dei casi. Sono senza dubbio riuscite tracce come "Scandalous", un'aggressione verbale che ospita Baby Pun/Chris Rivers e che omaggia "Lookin' At The Front Door" nel beat, episodi come "American Dreamin" sottolineano notevoli capacità costruttive nei testi rallentando i bpm e di conseguenza il flow, che diventa morbido come gli inserti di tromba qui scelti, mentre "You Aint Safe" assume toni minacciosi e si rivela uno dei pezzi più riusciti, l'atmosfera è azzeccata così come lo sono i featuring di Deck e Maffew Ragazino. A proposito di ospiti, Term chiama a sé i colleghi più stretti come già accaduto in passato, tenendo testa più o meno a tutti: Reks incendia "Pulp Fiction" con le sue mitragliate metriche, Wais P si conferma sapientone di tutto ciò che riguarda il pimpin' in "Cocaine Eyes" e il solito Lil Fame dice la sua in "Straight Off The Block", nella quale la scena è però rubata dal carismatico Sheek Louch. Dove "G.O.Y.A." tende ad incagliarsi è nel settore musicale e in qualche forzatura metrica: Termanology relega i compiti produttivi al concittadino Shortfyuz, il quale propone sonorità piuttosto pulite, in alcuni casi melodiche, e i risultati sono un pochino alterni. Accade che venga a mancare il bilanciamento tra la validità dell'esecuzione al microfono e la fiacchezza di composizioni caratterizzate da forti quantità di sintetizzatori, batterie programmatiche cui di tanto in tanto manca quella sensazione di ruvidità che si vorrebbe sentire, qualche clap sparso qua e là e numerosi artifizi di stampo latino, immancabili in dischi in cui i protagonisti possiedono una determinata estrazione sociale. Valgano da esempio per quanto appena sostenuto tracce come "Secret Location", uno storytelling delinquenziale molto ben raccontato che vede protagonisti soldi sporchi, lusso e timori per i blitz della polizia, ma tanto è efficace l'esposizione tanto è deludente il beat, che sembra confezionato senza troppa cura e non lascia niente dentro, se non quella scomoda sensazione di plastificato che accomuna tante basi moderne. "Judo" sembra fuori sintonia per come il rapper forza il flow su un beat asettico, nel quale il sabor latino è accennato ma sembra andato a male, la ciliegina sulla torta è N.O.R.E. con una strofa davvero da dimenticare; lo stesso discorso vale pure per "Sazon", molto approssimativa nei suoni, con H Blanco e il solito Ea$y Money incapaci di offrire nulla di significativo. L'utilizzo della componente sudamericana è invece valido in "Compra", che non casualmente vede Tony Toca e Doo Wop al fianco del protagonista principale per una simpatica storiella costruita sui buoni pasto e sulla classica visita al negozietto di quartiere, una piccola citazione culturale che accomuna diverse minoranze etniche americane. "G.O.Y.A." conferma quindi quanto già espresso dalla precedente discografia di Termanology, un chiaro talento in grado di comporre sberle come "100 More Jewelz" rimando instancabilmente su una larga varietà di tematiche personali e sociali senza l'ausilio di un ritornello, trasmettendo una ricchezza argomentativa che meriterebbe di essere sviluppata su più tracce, magari utilizzando un processo selettivo dei beat qualitativamente migliore; tutto ciò che serve per il salto da molto buono ad ottimo. E "G.O.Y.A." rientra molto più nella prima categoria che non nella seconda. |
TRACK LIST |
Termanology - G.O.Y.A.
(Brick Records 2013)
|
BEATZ |
All tracks produced by Shortfyuz except tracks #3 by Shortfyuz and Dj Deadeye and #13 by Shortfyuz and The Arcitype |
SCRATCH |
|