Termanology - Shut Up And Rap
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Bra
VOTO (da 1 a 5)
:
3,5
Causa scarsa fiducia, ho smesso di seguire Daniel Carrillo ai tempi di "Politics As Usual", del quale dicevo: si avverte qualche indecisione di troppo rispetto ai mixtape usciti durante gli ultimi due anni e il sospetto, tutto da verificare, è che Termanology se la cavi meglio in un prodotto cazzaro destinato al mercato underground che in un disco da studio e tematicamente più complesso. "Fizzyology" e "G.O.Y.A.", affidati al giudizio del nostro Mistadave, grosso modo confermavano il concetto e "Shut Up And Rap", per ragioni di segno opposto, sembra fare altrettanto grazie a un'approccio apertamente leggero e che a tratti ricorda la nutrita schiera di uscite rilasciate per la ST Records (in pratica la serie "Hood Politics"). Tolto il brevissimo intro, abbiamo quindici tracce zeppe di featuring (solo l'ultima, "Streetwise", ne è priva) e il ricorso a Billy Loman per la maggior parte dei beat, già a una prima occhiata "Shut Up And Rap" assume dunque i tratti propri di un mixtape o, quantomeno, di un album che rinuncia in origine all'introspezione e all'individualismo, preferendo trovare nelle tante sinergie e nell'inatteso calore del sound i suoi pregi principali; poi c'è Boston, inevitabile co-protagonista data la scelta di Termanology di circondarsi di numerosi concittadini, peraltro affiancando generazioni tra loro piuttosto distanti. Senza girarci attorno, l'operazione non sorprende ma convince, merito di un baricentro ottenuto attraverso la più semplice (e solida) delle formule: del buon Rap (minime le eccezioni, vedi la fiacchezza di H Blanco ed Ea$y Money) e una selezione di strumentali appropriate, tutto qui. Ecco allora "The War Begins", il cui mood mette a suo agio l'ospite d'onore Inspectah Deck (e infatti lui restituisce il favore), "Get Away", seconda combo d'eccezione per una decisa impennata del tasso tecnico (Term, Skyzoo, Torae e Reks: mica male...), "Can't Take It Anymore", brano classico sia per struttura (l'accento deciso dello snare, la scansione metrica in trentadue barre e l'hosting di Dj Doo Wop) che per temi (la battaglia a colpi di rime: <<I'm the greatest, got two lasers like Darth Vader's>>), "I Fucks With You", che racconta senza eccessive smancerie una relazione d'amore in via di definizione, "Oh Yes!" e così via. Il punto è che, anche in assenza di un macigno che pesi quanto "How We Rock", "Shut Up And Rap" si assesta su medie dignitose e se da un lato l'mc conferma abilità note, moderando l'uso di termini spagnoli e disegnando il flow mediante allitterazioni e rime interne, dall'altro c'è un produttore capace di passare dalle morbide rotondità di "I'm Good" ("Lujon" di Henry Mancini: sample infallibile!) ai violini incalzanti di "Depths Of Hell", pescando nel Soul gran parte dei campioni. Seppure il giudizio numerico sia simile, la differenza tra "Politics As Usual" e "Shut Up And Rap" va fatta risalire proprio a questi piccoli pregi, laddove il secondo raggiunge una maggiore omogeneità e gestisce abbastanza bene le molte presenze della tracklist. Consigliato per ascolti poco impegnativi e, ovviamente, a tutti i fan di Termanology; viceversa in giro c'è di meglio e c'è di peggio. |
TRACK LIST |
Termanology - Shut Up And Rap
(Brick Records 2014)
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BEATZ |
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SCRATCH |
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