Leggere la lista degli ospiti del
nuovo disco dei Themselves per me, patito delle collaborazioni
più nascoste del circuito Anticon, Big Dada, Mush E Def Jux,
è stato qualcosa di estremamente piacevole. Mi sono subito detto guarda un po' sti stronzi, evidentemente si
sentono ancora. E oltretutto spaccano il culo più di quando sembravano fare a gara a chi
fosse il più strano. Sentire Dose One che duetta
con Why?, Sole e Alias è
sempre bello ed era da un po' che non succedeva, ma è soprattutto
risentire Dose che se la rappa come solo lui sa
fare con Aesop Rock e Slug
riportandoci ai bei tempi di "Odessa" e "Drawbridge" e dei Deep Puddle Dynamics che mi ha
stampato un grosso sorriso in faccia. Per non parlare poi delle presenze di
Buck 65 e Busdriver. Ancora più piacere mi provoca
il ritorno a un po' di sano Rap e a un bel posse album
(completamente gratis nella sua versione FREE, un mp3 di 40 minuti mixato da Odd Nosdam, scaricabile per 90 giorni dal sito dell'Anticon al prezzo di un'iscrizione alla newsletter
della label di Oakland, e in versione
deluxe con l'aggiunta delle collaborazioni con Passage, Alias e Dj Andrew) come "The Free Houdini" dopo le deviazioni Post-Rock, Post-Pop,
Post-Aminchia che l'Anticon
ha preso negli ultimi anni con i vari Three More Shallows (bah) e SJ Esau
(bah). Siamo tutti d'accordo sul fatto che l'effetto underground
è passato un po' di tempo fa, che nessuno si scandalizza più per
l'uso dell'Elettronica nell'Hip-Hop, che i
manifestanti con i cartelli
La
Def Jux
e l'Anticon rovinano l'Hip-Hop sono spariti, che gente come Pete Rock e Large Professor ormai sta diventando di nicchia
come lo erano El-P o Madlib
tempo fa, che l'Anticon ha avuto la sua golden age
con dischi come "Bottle Of Humans", "The Other
Side Of The Looking Glass",
"Them" e "Personal Journals" e la sua fase calante nella quale ha
riproposto ed esasperato la formula che ha fatto la fortuna dei suoi boss.
E' così quindi che Adam Drucker e Jeffrey Logan, più che provare
a stupire e scioccare come avrebbero fatto qualche anno fa, hanno deciso di
fare ciò che sanno far meglio; il primo il suo
tipico Rap supersonico e iperstratificato,
il secondo i beat schizoidi. Lasciando un po' da parte (ma neanche
tanto) il Pop alternativo dei Subtle,
Dose e Jel chiamano un po' di vecchi e nuovi
compagni di merende con microfoni e giradischi e tornano a suonare e cantare la loro personale visione di Hip-Hop
attraverso testi molto spesso ricchi di ironia verso quest'ultimo,
cuciti su batterie sconnesse ed elettroniche aggressive e alienanti, in
bilico tra episodi di cazzonaggine più Funky come "Kick The Ball" assieme a un sempre più
rauco Buck 65 (non si era dato alla danza?), "The Medicine" con
l'instancabile Slug, l'emozionante
ritorno della congrega cLOUDDEAD in "Rappin' 4 Money" (uno dei punti più alti di tutto il
disco) o "Rappers Is Modelship" e più Elettrici e picchiati in stile Subtle come "Know That To Know
This", vera lezione di flow
di Dose e Aesop Rock, "1 For
No Money" con un Sole sempre più immerso nel rumore, "Party Rap Sucks" nella quale Busdriver si lancia nei suoi soliti flussi verbosi da
attorcigliamento di lingua e le eccellenti prestazioni di Passage in "Puzzled"
e Alias (perché non si fa sentire più spesso?) nel Rock elettrico di "Crossection Of Wreckage".
E' inevitabile soffermarsi sulla presenza di ospiti
così illustri, ma sarebbe un delitto non rimanere sbalorditi
dall'enorme prestazione di Dose One, mai come in questo disco così
piacevole da sentire; un artista che sembra non finire mai le idee e il
fiato, stavolta più quadrato e fluido, padrone assoluto dei ritmi strampalati
di Jel, capace di oscurare i suoi compagni, siano
essi mc's, produttori o dj.
Coloro che hanno sempre trovato difficoltà nel seguire la sua voce nasale
snodarsi tra accenni di Rap, cantilene ossessive,
sibili, cantati acuti e stonati (in proposito arriva addirittura ad auto-mandarsi
a fanculo dopo l'intro
cantato di "Party Rap Sucks")
stavolta si troverà davanti più un Mc con
la m maiuscola che
l'eccentrico nerd bianco anticoniano
che tutti conoscono e che tanti non sopportano. In questo disco c'è
molto più Hip-Hop di quanto vi sareste
mai aspettati. Rinascita Anticon? Ne
riparleremo dopo "Crowns Down". |