Trek Life - Hometown Foreigner
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Reviewed by
Paolo HCM
VOTO (da 1 a 5)
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4 -
Nome abbastanza nuovo quello del rapper di Los Angeles Trek Life; un paio d'album all'attivo, "Price I've Paid" ed "Everything Change Nothing", sono bastati per dimostrare tutto il suo talento e per suscitare l'interesse di produttori famosi come Babu, Kev Brown e Oddisee. Ma Trek è riuscito anche a riscuotere giudizi positivi oltreoceano per la sua capacità di scrittura e lirica. "Hometown Foreigner", interamente prodotto da Duke Westlake e sotto l'etichetta Mello Music Group, che gli rinnova la fiducia dopo l'ottima collaborazione con Oddisee di tre anni prima, non smentisce le attese. La forza di quest'artista sta proprio nei testi e nella qualità delle liriche, proponendoci un lavoro Hip-Hop nel vero senso della parola, perché utilizza questo mezzo come una perfetta forma di comunicazione. Già dal titolo si può capire che non sarà certo un disco per farci ballare, le sonorità ricordano, con le dovute proporzioni, J Dilla, nulla di potente, un boom bap molto elegante e con arrangiamenti ben fatti e curati; a livello musicale non si notano grandi differenze tra le tracce, che suonano tutte piuttosto regolari, come se Trek volesse prenderci per mano e condurci lungo un percorso ben preciso. La titletrack ci racconta chi abbiamo davanti, un ragazzo che può sentirsi straniero anche nella propria città natale, ma qualunque cosa succeda <<you can hit me up all day, I'll remain the same>>; azzeccata anche la produzione, con un buon intreccio tra beat e parte strumentale. I temi trattati sono molto vari e tutti esaminati con serietà ed introspezione. Ci s'imbatte in problemi sentimentali: quasi meglio mangiarsi un po' di cioccolato ("Eat More Chocolate") secondo Trek, in risposta alle questioni di cuore; idem se il futuro spaventa, la casa, la famiglia, tutti desideri reali in "Be Togheter". Tra gli episodi migliori, secondo me, c'è "Street Casualty", che mostra tutti i problemi della strada, compresi quelli tra neri e bianchi; aspetto che emerge ancora più forte in "Driving While Black". Molto presenti, in quasi tutte le tracce, i punti interrogativi, a dimostrazione che abbiamo di fronte un artista con una grande voglia di analisi, poco polemico e sempre pronto a mettere in discussione il proprio punto di vista. Insomma, è importante per Trek Life trasmettere stati d'animo reali e problematiche vere di tutti i giorni, il che viene sottolineato bene in "What's Real", accompagnato da yU. Proprio i featuring, però, sono un tasto dolente del progetto; intendiamoci, nulla di compromettente, anzi nessuno da Bishop Lamont a Oddisee sfigura, ma non c'è un contributo che riesca a dare quella marcia in più. Proseguendo, molto bella anche "Just The Music", nella quale l'artista ci ricorda proprio quanto conti la musica, che ha una forza incredibile <<and make the world better, be around forever>>, oltre ad essere la nostra compagna di vita inseparabile. Sono in pochi ad avere una capacità di scrittura tanto valida nel panorama Hip-Hop attuale e questo è un dato da apprezzare nell'avvicinarsi a Trek Life, che con "Hometown Foreigner" ci consegna quasi un diario personale, sostenuto da una produzione musicale davvero valida. Non è un disco adatto a tutti e, probabilmente, per arrivare al grande pubblico c'è bisogno anche di altro, ad esempio una base che spicchi su tutte le altre o una traccia che potrebbe funzionare come un singolo di grande impatto; ma gl'intenti sono altri e perciò va bene così. In una parola? Personale. |
TRACK LIST |
Trek Life - Hometown Foreigner
(Mello Music Group 2013)
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BEATZ |
All tracks produced by Duke Westlake |
SCRATCH |
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