Tyler, The Creator # Wolf

Piccola premessa: in questa recensione non vogliamo prendere in considerazione il fenomeno Tyler, l'uomo (o meglio il ragazzo) d'affari e la sua capacità di aver generato un fortissimo rumore attorno al proprio nome e a quello della sua crew Odd Future, perché si correrebbe il rischio di non considerare adeguatamente la musica. Questo discorso è valso per artisti come Eminem e vale anche per il giovane Tyler. Detto ciò, "Wolf" è il terzo album di Tyler, The Creator, seguito di quel "Goblin" che lo ha definitivamente lanciato nel mondo di chi ce l'ha fatta. Caratterizzato da quel timbro di voce che fa sorridere se associato alla figura quasi infantile di Tyler, il Rap dell'mc è più o meno quello di sempre: meditatamente estremo in molti punti (così tanto da risultare innocuo, come qualcuno ha già intelligentemente notato), amante della parola con la b, tendente a una certa schizofrenia che rischia di apparire posticcia e piuttosto efficace nello storytelling autobiografico e non (è il caso dell'interessante "Colossus", che gode anche di una gran bella produzione). Tra le solite voci pitchate al gusto di horror e liriche truculente, in quest'album il Creatore si concede più d'una parentesi riflessiva o romantica, pur mantenendo fermi i cardini del suo personaggio - e questa è la novità principale rispetto a "Goblin". Brani come "Answer" sono in effetti parecchi gradini più in alto rispetto alle tracce più scontate, ad esempio "Domo23" (pezzo che personalmente non ho digerito), ed aprono uno spiraglio su un carattere malinconico e profondo (per quanto anche in pezzi come questo la sovrabbondanza della f-word appesantisca il tutto) che nei lavori precedenti faticava a venire a galla. Dal punto di vista del Rap, credo sinceramente che la Odd Future non abbia in Tyler il suo esponente più talentuoso (nonostante sia senza dubbio il più carismatico) e, al di là di ciò che dice, che apprezzerete a patto di non trovarlo un po' artefatto, da un punto di vista metrico non viene aggiunto nulla. Diverso il discorso relativo alla produzione musicale, spesso ispiratissima (stupenda "IFHY", brano oltretutto rappato piuttosto bene) e decisamente fresh, figlia degli anni zero nella stessa misura in cui può essere madre di quel che resta degli anni dieci. Sono diversi gli episodi interessanti rispetto alla produzione dei beat e da questo punto di vista mi sento di consigliare a tutti l'ascolto di "Wolf"; tornando al Rap mi trovo invece in difficoltà, poiché il genere proposto da Tyler e da buona parte dei suoi amici mi ha sempre lasciato perplesso, non tanto per il suo modesto valore contenutistico (sui cui è giusto avere un proprio giudizio indipendentemente da quanto scritto qui), ma per l'estrema sopravvalutazione di cui ha goduto. Tuttavia, se si supera questo scoglio pregiudiziale, gli episodi coinvolgenti ci sono (penso alle tracce già citate o a "Lone", per fare un altro esempio) e soprattutto non si deve dimenticare che i ragazzi in questione sono poco più che degli adolescenti, pertanto arrivare a ventun'anni con tre album all'attivo e un così forte feedback non può che essere di buon auspicio per aspettarsi risultati artistici più significativi.