MF Doom is Viktor Vaughn # Vaudeville Villain

Viktor Vaughn e la sua macchina del tempo: un guasto improvviso e si ritrova intrappolato nei primi anni '90, non gli resta altro da fare che combattere a suon di rime insidiosi sucker mc's cercando di riparare il suo veicolo per poter tornare nel futuro. <<Who he? Viktor Vaughn>>, il Marty McFly dell'Hip-Hop! Ma avrebbe anche potuto chiamarsi Mario Rossi, sarebbe stata la stessa cosa. Già, perché dietro quest'improbabile anagrafe si nasconde ancora una volta Mr. Dumile aka MF Doom the SuperVillain! A pochissima distanza dalla pubblicazione di "Take Me To Your Leader" del lucertolone a tre teste King Geedorah (ma è sempre lui), Doom torna un po' più appesantito, allucinato e deteriorato, nella voce come nei neuroni, sotto le spoglie (mica tanto mentite) di uno strano personaggio fregato dal continuum spazio-temporale. Viktor è uno che può sbucare da un momento all'altro in un club, prendere il microfono e annichilire i presenti con le sue rime, come avviene in "Open Mic Nite", una posse-track divisa in due parti e costruita proprio come se fosse un'esibizione dal vivo a microfono aperto (tra gli altri, intervengono Rodan dei M.I.C. e Louis Logic). Tra una jam e l'altra, il nostro liricista mascherato preferito attraversa tutta una serie di situazioni controverse ma curiose: il tentativo di rimorchiare Apani B. ("Let Me Watch"), che, dopo aver compreso le intenzioni maliziose di Viktor (<<I got your cabfare, dinner and a movie/bring a change of clothes just in case it's all groovy/.../so V can bite your titties like a baby toddler ho...>>), gli risponde per le rime (<<I'd rather masturbate, than fuck with Vik Vaughn!>>); un affare losco andato a monte ("Lactose And Lecithin"); una discussione col proprietario di un ristorante cinese ("Raedawn"); rapine a mano armata ("Modern Day Mugging"), ma senza proiettili, tanto l'effetto è lo stesso (<<Run your chain like an errand>>); la disperata ricerca, in coppia con l'ex Anti-Pop Consortium M. Sayyid, di un videogioco di proprietà di Doom ("Never Dead"), durante la quale i due comperano fuochi d'artificio, si intrattengono con spogliarelliste guyanesi a Chinatown e si imbattono in un guru che rivela loro che <<the roach is never dead>> (sottile riferimento alla rinascita del superscienziato Victor Von Doom dopo il disastroso esito del suo più importante esperimento, che lo ha trasformato nel malvagio Dr. Doom). Oscuri personaggi del collettivo Sound-Ink di Brooklyn (Heat Sensor, King Honey e Max Bill) accompagnano le avventure di Viktor con tappeti sonori molto particolari, in bilico tra Funk ed Elettronica d'ambiente (a volte sembra quasi di ascoltare gli Autechre su beat Hip-Hop; e chi conosce, in linee generali, i prodotti della Warp Records sa di cosa parlo), ma non per questo meno efficaci del sound anni '80 alla Metal Fingers che ci si aspetterebbe su un disco di Doom. In più, dall'Ohio si è scomodato RJD2 per sottolineare con uno stile asciutto le liriche avvelenate di Viktor nella devastante "Saliva" (<<A lot of crews like to act like a violent mob/they really need to just shut the fuck up like Silent Bob!>>). Non credo abbia molto senso far paragoni con l'album di Geedorah (a mio avviso, tra le migliori uscite del 2003), sono prodotti diversi con differenti caratteristiche. "Vaudeville Villain" non ha l'impatto né la schizofrenia di "Take Me To Your Leader", ma, nella sua extravaganza futuristica, è un album assolutamente godibile, che si fa apprezzare sempre più dopo ripetuti ascolti. Non abbiate paura di prendere confidenza con l'ennesimo alter-ego di MF Doom e di seguire le sue assurde avventure piene d'azione e ironia (<<There's four sides of every story/if these walls could talk, they'd probably still ignore me>>): siate pronti ad ogni sua mossa, con il SuperCattivo in giro c'è davvero poco da stare tranquilli...