BLUR - THINK TANK

Reviewed by Ghigo Freeman
VOTO
(da 1 a 5)
: 4

Perché i Blur su RMZ? E' una buona domanda, ma la risposta è altrettanto buona e convincente. Anzitutto, scordiamoci i Blur e la loro pseudo-rivalità con gli Oasis nella scena Brit-Pop degli anni novanta: di acqua sotto il Tower Bridge ne è passata e si può dire che Damon Albarn, quindi i Blur, non sono più gli stessi. L'esperienza coi Gorillaz, la separazione più o meno amichevole dal chitarrista Graham Coxon e la ricerca, in giro per il mondo, di sonorità più etniche e genuine, hanno portato il gruppo inglese a questo "Think Tank", in cui si realizza un'evoluzione partita da "Blur" (1997) e passata da "13" (1999), due album in cui il Pop elettrificato si contaminava e lasciava spazio a una variegata sperimentazione, senza però abbandonare la strada maestra, perché, nonostante tutto, i vecchi Blur sono ancora dietro l'angolo e la voce del good old Damon è un vero e proprio marchio di fabbrica. Nei cinquanta minuti di durata, l'album offre un'atmosfera molto vicina al Dub, dunque rilassata, ma non mancano momenti più vivaci in cui la tecnologia lascia spazio ai pezzi suonati dalla band, uno su tutti il secondo singolo, "Crazy Beat", chitarroso e rockeggiante, adatto sia ai club che ai concerti per la gioia dei fan più scalmanati. Tutte le tredici tracce mantengono uno standard qualitativo elevato e bisognerebbe spendere almeno una parola per ciascuna, col rischio, però, di dilungarci troppo; mi limiterò allora a quelle che hanno stuzzicato di più le mie delicate orecchie. L'apertura spetta ad "Ambulance", che, coi suoi cinque minuti, ipnotizza ed accompagna ai due singoli dell'album, "Out Of Time", bellissima e morbida canzone su un amore che finisce, e appunto "Crazy Beat". Seguono quattro tracce che, grazie a ritmi rilassati e ritornelli accattivanti, mantengono forte il legame tra passato e presente, tra Brit-Pop ed Elettronica, con una nota speciale per "Brothers And Sisters". Si arriva così a "We've Got A File On You", una piccola scheggia di poco più di un minuto in cui i Blur sembrano quasi (ho detto quasi eh) i Clash! Per "Sweet Song" si può dire che basta il titolo, dopodiché arriviamo a "Jets", la mia preferita: un basso distorto su una batteria che sembra quasi un'incudine, una chitarrina ossessiva e un cantato che sembra una nenia, moltiplicate tutto per sei minuti e mezzo e il vostro cervello sarà cotto a puntino (la chicca finale è il sax di Mike Smith che dà al brano un andamento Jazz e ne fa un piccolo capolavoro). Nell'ultima traccia, "Battery In Your Leg", i Blur fanno i Coldplay e sembrano più credibili dei loro stessi conterranei, decisamente. "Think Tank" è quindi un ottimo disco, davvero, ben suonato, ben prodotto, con un amalgama di suoni diversi che è raro trovare in giro. Certo, se vi aspettate una fotocopia dei Gorillaz, scordatevelo perché i Blur sono tutta un'altra cosa. Ma posso dire che se vi è piaciuto l'uno, forse vi piacerà anche l'altro. Ancora una volta, qualcosa per chi è alla ricerca di suoni nuovi.


TRACK LIST

Blur - Think Tank (Virgin Records 2003)
  1. Ambulance
  2. Out Of Time
  3. Crazy Beat
  4. Good Song
  5. On The Way To The Club
  6. Brothers And Sisters
  7. Caravan
  8. We've Got A File On You
  9. Moroccan Peoples Revolutionary Bowls Club
  10. Sweet Song
  11. Jets
  12. Gene By Gene
  13. Battery In Your Leg