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CAPPADONNA - THE YIN AND THE YANG
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Reviewed by
Fuso
VOTO (da 1 a 5)
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2,5/3
Evidentemente quando i membri del Clan giungono nel corso della loro carriera a doversi rimettere in gioco con un secondo album solista scatta in loro qualcosa. Tutti devono fare una scelta tra due possibilità: quella di rimanere legati allo stile dei lavori precedenti, oppure quella, alternativa, di cambiare radicalmente percorso, magari mettendo in gioco il rispetto e la considerazione guadagnati sino a quel momento. Non saprei giudicare quale delle due vie richieda più coraggio nell'essere intrapresa: è più facile creare qualcosa di coerente con il passato ma allo stesso tempo innovativo, o buttarsi a capofitto in un nuovo progetto scrollandosi di dosso qualsiasi legame con il passato, seppur glorioso? Da un punto di vista strettamente economico, diciamo che i vecchi fans, per una sorta di cieca fedeltà al marchio, compreranno l'album comunque (a meno che non si accorgano che qualcosa è cambiato...). Il problema è conquistare gli altri. Ed ecco quindi che se vuoi tirar su un po' di quattrini devi accontentare quella fetta di pubblico che ti chiede un prodotto fresco e lucente. Questo è un po' quello che succede nel mondo della musica (nell'Hip-Hop, ma anche nel Punk, nel Rock, e così via...), e purtroppo non sempre il Wu-Tang Clan è un'isola felice, anzi. Dopo i passi falsi di Ol' Dirty Bastard, Raekwon e Bobby Digital, sembrava che con l'album di Ghostface Killah e con "The W" si fosse aperta una nuova età dell'oro per la Fenice, invece con "The Yin And The Yang" dobbiamo registrare, quanto meno, un altro passo falso. Il problema come sempre sono i beat, super elettronici e super veloci, in larga parte ad opera di un tale Neonek (chi?...). Niente da dire su Cappachino, non lo trovo particolarmente evoluto, ma il suo stile a metà strada tra Method Man e Raekwon (un po' impostato, un po' impastato) non fa una piega, ha la stessa efficacia di sempre su ogni tipo di rullante. L'album si apre alla grande, con due pezzi in linea con le ultime produzioni Wu-Tang e quindi, a mio avviso, i migliori: "The Grits" e "Super Model". Dopo un breve intro in cui Cappa annuncia la filosofia del suo secondo album (Yin e Yang, il bene e il male, gli opposti che insieme tengono il mondo in equilibrio) parte il primo, una gran bella base di 8-Off, convincente anche al microfono. Il secondo pezzo è il primo singolo estratto, "Super Model", prodotto da True Master, in cui per la verità Ghostface Killah fa ben poco (solo il ritornello). Cappa, con la solita ironia, prende in giro le signorine che si preoccupano solo della loro forma fisica e che fanno dell'essere belle l'unico scopo della vita. Le rimanenti nove tracce vanno dal ridicolo ("One Way 2 Zion") all'inascoltabile ("War Rats", "We Know" e "Shake That"), all'appena accettabile. Tra queste ultime la migliore è senz'altro "Love Is The Message", bella base da club ad opera di Goldfingaz e bel featuring di Raekwon, seguita da "Revenge", prodotta da un rinnovato Inspectah, ma rovinata da un ritornello assurdo (tipo filastrocca horror per bambini), e da "Bread Of Life", impreziosita dal featuring di Killah Priest su una base in stile "View From Masada". In definitiva credo che da Cappadonna ci si potesse aspettare molto di più, il confronto con "The Pillage" è improponibile, a conferma che la vera forza del Wu-Tang Clan sta nel gruppo. Chiunque di loro abbia intrapreso la propria strada allontanandosi troppo dall'aura della W si è perso in progetti scadenti: Cappadonna non è il primo, ma quello che più mi preoccupa è che potrebbe non essere l'ultimo... |
TRACK LIST |
Cappadonna - The Yin And The Yang
(Epic/Razor Sharp Records 2001)
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BEATZ |
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