Kaos # Fastidio

Signore e signori, eccoci di fronte a quello che, a mio modesto parere, è il miglior disco Hip-Hop italiano di sempre. Anche se erano oramai anni che non lo ascoltavo più, quando ho inserito "Fastidio" nello stereo si è rimaterializzata la magia; di questo disco conosco a memoria tutte le rime, ogni battuta di ogni singola base, ogni frammento di ogni scratch. Avrei potuto tranquillamente scrivere una recensione senza riascoltarlo, ma la voglia di riscoprire questo capolavoro è stata troppo grande. Kaos è uno dei pochi e veri geni che abbiamo avuto qui da noi, un vero b-boy, uno Cattivo con la c maiuscola, le sue rime ruvide ma allo stesso tempo estremamente intelligenti mi hanno sempre affascinato e coinvolto. La sua storia è scritta oramai in quella dell'Hip-Hop nostrano, prima i Radical Stuff, poi qualche apparizione al fianco di altri mc's, voglio ricordare soprattutto la mitica "Don Kaos" nella "Rapadopa" di Gruff, due dischi solisti e poi due grandiosi esperimenti, Melma & Merda prima per un terzetto da dream team, lui, Deda e Sean, poi Neo Ex assieme a Gopher. Le rime e l'inconfondibile stile di Kaos, pur essendo il punto di forza di "Fastidio", non sono tutto in quest'album, un posto di rilievo va assegnato anche alle basi musicali create ad hoc da Neffa (in questo caso sotto l'alias Piscopo): il guaglione confeziona in pratica tutte le tracce (tranne una manciata, una affidata al buon vecchio Skizo e una per il chico MDee) con delle atmosfere cupe e tese che vanno a nozze col flow e i testi spessi di Kaos. La ciliegina sulla torta sono gli scarni ma essenziali featuring di alcuni soci che non potevano assolutamente mancare: lo stesso Neffa, Sean, MDee/Deda (grandioso, un mc a volte forse un po' sottovalutato) e LowdyNCN, il guru per tutti noi, il mitico Dj Gruff. "Fastidio" è inarrivabile sia dal punto di vista puramente musicale che sullo standard dei contenuti: che dire di canzoni come "Per la vita", dedicato a chi ha contato veramente nella vita di Kaos, "Centopercento", il manifesto di ogni b-boy fiero, di chi è hardcore, di chi rappresenta, "Meglio che scendi", una sfida contro chi non può reggere il confronto, contro chi farebbe meglio a stare a casa a studiare, "Il codice", un omaggio al mondo sommerso del writing, spesso poco ricordato dalla scena pur essendo uno dei punti cardinali di questa cultura, e poi "Black out", "Domani sarà peggio", "L'antidoto" o la stessa titletrack? Come spesso accade per capolavori di questa portata, ogni secondo dell'ora quasi esatta di durata è importante come il precedente, è quindi impossibile stilare una selezione tra le quindici tracce e l'invito è quello di assorbirne l'insieme per intero, lasciandosi trainare dal fastidio. Troppe volte il Rap di casa nostra è stato paragonato a quello americano, letto quasi come una sua caricatura; secondo me è impossibile fare un confronto di questo tipo, perché si tratta di due cose ben distinte, due mondi assai distanti - non solo geograficamente. "Fastidio" lo dimostra, perché non scimmiotta gli americani ed esprime un carattere molto personale, creando uno stile riconoscibile che ha contribuito a gettare le basi di una scena, nonostante tutto, in continua evoluzione. Anche per questa ragione l'esordio di Kaos è un classico senza tempo, che oggi funziona esattamente come faceva ieri. Imprescindibile.