Nas # Illmatic

Chi non conosce "Live At The Barbecue", probabilmente non conosce un classico dell'Hip-Hop; su quel bellissimo pezzo dei Main Source esordì un giovanissimo ragazzo di nome Nasir Bin Olu Dara Jones. Ebbene, questo ragazzo pochi mesi dopo rivoluzionerà l'Hip-Hop con un disco che va giustamente considerato tra i cinque più belli della nostra musica preferita. Sono passati oramai molti anni, ma l'importanza di "Illmatic" è praticamente immutata: quanti vanno in giro a proclamare quei quattro/cinque nomi più noti, devono ricominciare sempre da qui. Le liriche di Nas sono tra le migliori che si siano mai sentite, roba che non si ascoltava dai tempi d'oro di Rakim o della Juice Crew (Kool G Rap e Big Daddy Kane su tutti). E' davvero un piacere per le orecchie sentire come le sue rime girino alla perfezione ed è un piacere per il cervello sentire ciò che questo ragazzo ha da dire: da come descrive la sua città, a come saluta gli amici finiti in galera, fino a come parla della vita, il tutto condito con delle metafore bellissime. Ma le liriche non sono l'unico punto di forza di questo disco, poiché non possiamo certo dimenticare le produzioni - e che produzioni! - a carico dei migliori beatmaker in circolazione (tutt'ora!), vale a dire Premier, Pete Rock, L.E.S., Large Professor e Q-Tip. Il connubio tra questi bellissimi beat e le liriche di Nas hanno portato a un vero e proprio capolavoro: tutte, dico tutte e dieci le tracce (nove escluso l'intro), sono perfette, da "N.Y. State Of Mind" a "The World Is Yours" (con un campione di T La Rock e il ritornello a cura di Pete Rock), da "Memory Lane" a "One Love" (che verrà ripresa qualche anno dopo dallo stesso Nas per farne un tributo a Biggie e Tupac), fino alla chiosa di "It Ain't Hard To Tell". Ma la mia traccia preferita, volendone scegliere una, è "Life's A Bitch", che su un tappeto musicale a base di Jazz vede il featuring di AZ (forse il miglior featuring di sempre) che snocciola rime da paura andando a superare perfino Nas, concludendo il tutto su un ritornello tanto semplice quanto stupendo (<<life's a bitch and then you die/that's why we get high/'cause you never know when you're gonna go>>). In pratica un disco che non potete assolutamente farvi sfuggire, perché vi perdereste un pezzo essenziale della storia del Rap.