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KILLARMY - DIRTY WEAPONRY
Reviewed by
FuSo
VOTO (da 1 a 5)
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4
Ci eravamo appena abituati alle atmosfere militaresche di "Silent Weapons For Quiet Wars" e allo stile così vicino al Wu-Tang ma allo stesso tempo così originale di questi sei "rambo" del microfono, che uscì all'improvviso, prima che passassero dodici mesi dall'uscita del primo, il secondo album dei Killarmy. Probabilmente "Dirty Weaponry" passò quasi inosservato proprio a causa della velocità con la quale uscì, ed ora, ascoltandolo a distanza di qualche anno, devo dire che fu un vero peccato. Dieci tracce su tredici sono prodotte da 4th Disciple, probabilmente il più prolifico e il più continuo (per qualità) dei discepoli di RZA, mentre delle tre rimanenti tracce, due sono opera di Mathematics e una di Russ Prez. La qualità dei beat è sorpendentemente elevatissima, e dico sorprendentemente proprio per il fatto che l'album segue da vicinissimo un altro album di grande qualità. Evidentemente 4th Disciple e i Killarmy avevano prodotto una tale quantità di beat e di rime di alto livello, che sarebbe stato un peccato non utilizzarli, e allo stesso tempo sarebbe stato un peccato farli uscire quando sarebbero stati già vecchi. Ecco spiegata l'uscita così ravvicinata dei due album. In "Dirty Weaponry" le atmosfere militaresche sono meno estremizzate ed ossessive che in "Silent Weapons...", il che, se da una parte fa perdere qualche punticino all'album in termini di originalità, dall'altra lo rende molto più fruibile e scorrevole, facendone uno dei migliori album Wu-Tang del periodo. Si parte alla grande con "Galagtics", in cui Mathematics dimostra di sapere perfettamente cosa vogliamo confezionando un beat perfetto che calza a pennello con la rappata fluida e cazzuta degli mc's. Si prosegue con "Unite To Fight", in cui 4th Disciple ci propone un piano malato in stile "Wu-Tang Forever", piano che ritorna spesso nel corso dell'album, e alla grande in "Doomsday", circondato da esplosioni e spari di ogni genere. Più avanti, invece, vi ritroverete a viaggiare sulle note di un violino celestiale in "Last Poet" e poi ancora una volta sarete sbattuti nel pieno di una battaglia in "Pain", pezzo conclusivo che più di tutti ripropone le atmosfere del primo album. Un disco completo che consiglio vivamente a tutti, sia a chi era già rimasto affascinato dallo stile unico di "Silent Weapons For Quiet Wors", sia a chi era rimasto un po' freddino dinanzi alle sue atmosfere. Con "Dirty Weaponry" i Killarmy sistemano tutto. |
TRACK LIST |
Killarmy - Dirty Weaponry (Wu-Tang
Records 1998)
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BEATZ |
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