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DJ KRUSH - ZEN
Reviewed
by Bra
VOTO (da 1
a 5) : 3
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A volte mistico, altre criptico, altre puramente tecnico. Strano personaggio questo Dj Krush, che alcuni di voi avranno conosciuto per la strepitosa session di "Code 4109", altri per la fredda chiusura di "Kakusei". Molto versatile, sicuramente. Le sue produzioni possono vantare quel tocco da dj che non guasta mai, nonché un prelibato e personalissimo gusto musicale che spesso tende l'orecchio ad atmosfere inusuali. In "Zen" la decisione è quella di unire due realtà: una, la sua, occupandosi di tutti i tappeti sonori in prima persona, l'altra, estremamente vasta, centrata su un folto gruppo di artisti non necessariamente legati all'Hip-Hop. Il che può creare però dei grossi problemi. L'unica traccia solista è "Song 1", splendido intro morbido e curato, efficace nell'indicarci la strada per quello che è il mondo di Krush. Segue "Zen Approach", ed il primo ospite a salire sul palco è Black Thought. Il pezzo non è affatto male, ma non può sfuggire un primo difetto che segnerà ancora, purtroppo, "Zen": è tutto troppo pulito. E' tutto al proprio posto, in una maniera eccessivamente precisa, manca qualsiasi traccia di spontaneità e coraggio (elementi che sicuramente distinguevano "Code 4109"). Meglio "Danger Of Love", che gioca la carta Zap Mama (rappresentata da Marie Daulna) e lo fa nella migliore maniera possibile: è dolce, è profonda, è calda. Si passa a "Sonic Traveler" e torna quella stranissima sensazione di incompiuto, bellissimo il tappeto sonoro, eccessivamente staccato dal resto il beat. Ancora un gradino più su con "Duck Chase", che punta tutto su una vorticosa serie di scratch firmata Phonosycograph Disk; ed i Company Flow non sono da meno, "Vision Of Art" è un bel pezzo, dal suono meno claustrofobico ed estremo ma comunque piuttosto vicino a quella favolosa pietra miliare che risponde al nome di "Funcrusher Plus". Siamo solo a metà, di materiale interessante ne abbiamo ascoltato, ma ecco che finalmente ci rendiamo conto di aver trovato quello che è il problema principale del disco: la strana sensazione di cui sopra è quella di aver ascoltato finora sei tracce per sei album diversi! Non c'è continuità, Krush lavora bene ma si adatta ai suoi ospiti fin troppo meticolosamente, il risultato è una mistura piacevole, sì, ma troppo eterogenea. E manco a farlo apposta ecco che arriva "Day's End", traccia d'atmosfera tanto raffinata quanto diversa dalla mezz'ora precedente (basti pensare che arriva subito dopo i Company Flow). "With Grace" a sua volta continua questa stranissima altalena finendo su un leggerissimo R&B targato N'Dea Davenport. Bello comunque. "Candle Chant" ci riporta finalmente nel più profondo Giappone grazie alle rime scritte in idiogrammi da Boss The MC: bellissima la chitarra che lo accompagna, assolutamente perfetta l'alchimia che si viene a creare. Interessante anche "Endless Railway", con ?uestlove alle percussioni (e quindi siamo di nuovo su una pura strumentale), piuttosto banale invece "Whut'z Da Solution", gravata da una produzione eccessivamente minimale. Chiude il tutto "Paradise Bird Theory", impreziosita dalla voce di Sunja Lee e splendidamente adagiata su una produzione evocativa ed inafferrabile. In conclusione, "Zen" è un bel disco, non privo dei suoi difetti ma che merita comunque un ascolto. Dipende sempre dai vostri gusti. |
TRACK LIST |
Dj Krush - Zen
(Red
Ink Records/Sony Music 2001)
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BEATZ |
All tracks produced by Dj Krush |
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