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KILLAH PRIEST - PRIESTHOOD
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Reviewed by
FuSo
VOTO (da 1 a 5)
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3
Killah Priest è al suo terzo album solista. Da punta di diamante del Wu-Tang Clan allargato, si è ritrovato di fatto ad essere sbattuto fuori, tacitamente, gradualmente e apparentemente senza alcun motivo. Già con il suo secondo album, "View From Masada", rimanemmo tutti stupiti dall'assoluta assenza del Wu-Tang Clan, nonché dei Sunz Of Man. Problemi di case discografiche e contratti, si pensò, visto che l'album era uscito per la MCA. Sta di fatto che appena un anno dopo, senza alcun tipo di promozione, esce questo "Priesthood" e, cosa ancor più inaspettata, esce per un'etichetta indipendente, la Proverbs Music fondata dallo stesso Priest. Il risultato è un album che segna di sicuro un piccolo miglioramento rispetto al precedente, sia perché troviamo un Killah Priest in buona forma, sia perché le produzioni si mantengono mediamente ascoltabili senza mai scadere in episodi deprimenti come i due terzi delle tracce di "View From Masada". Ai beat troviamo ancora una volta nomi nuovi: Nirocist fa il grosso del lavoro, seguito dai vari Luminati, Nastee e Ascended Masters. Lo stile è piuttosto classico, con beat semplici e un ampio uso di loop. Interessante la traccia iniziale incorporata nell'intro, "Blackball Me", suono fresco, ritmi giamaicani e voce camuffata per Killah Priest (cacchio, penso sia lui!). Da segnalare la presenza di Ras Kass, Kurupt e Canibus (che insieme a Killah Priest formano i 4 Horsemen) in "Horsemen Talk" e il ritorno dei Maccabees a.k.a. Rose Cartel in "Thug Revelations". Ma le tracce migliori sono quelle in cui Killah Priest va da solo: da brivido la seconda strofa in "My Hood", perfetta "Madness" che ricorda molto le atmosfere di "Heavy Mental", ottima la chiusura dell'album con la celestiale "Theme Song". Gran parte delle altre tracce sembrano essere rovinate dai ritornelli, laddove sarebbe bastato lasciar proseguire Killah Priest strofa dopo strofa per ottenere risultati sicuramente migliori. E' sicuramente il caso di "Come With Me", della stessa "My Hood", di "Witness The King" e di "Heat Of The Moment". Per finire ci sono un paio di tracce che meritano ulteriore menzione: "C U When I Get There", canzone sentimentale in stile Ghostface Killah/Raekwon in cui il ricordo è rivolto a chi non c'è più, e "Places Where Pharaohs Go", un viaggio mentale registrato come "Heavy Mental". In definitiva, "Priesthood" costituisce sicuramente un gradito ritorno per i vecchi fan di Killah Priest, che vi troveranno atmosfere molto più vicine ai suoi lavori iniziali di quanto non fosse in "View From Masada". Per gli altri, invece, solo un album nella media come tanti. |
TRACK LIST |
Killah Priest - Priesthood (Proverbs
Music 2001)
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BEATZ |
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