People Under The Stairs – The Next Step

Voto: 3,5

Avevamo appuntato un impegno in calendario, da rispettare prima che il 2021 volgesse al termine: ricordare Double K, metà del duo californiano People Under The Stairs, morto lo scorso gennaio a soli 43 anni. Dj, produttore, mc: Michael figurava in queste tre vesti nelle pubblicazioni dei PUTS, interrottesi per scelta comune nel 2019 con “Sincerely, The P”, sipario calato a un ventennio abbondante dal loro esordio ufficiale, “The Next Step”, che andiamo appunto a commentare di seguito. Un intervallo di tempo importante, scandito da un generoso numero di uscite, tour mondiali e attestazioni di stima incassate dall’utenza e dalla scena stessa; il successo vero e proprio, nei fatti, non è mai arrivato (né riteniamo fosse tra gli obiettivi del gruppo), eppure una nicchia tutta loro Thes e K l’hanno scavata, raggiungendo un’utenza a suo modo trasversale, affezionata a un Hip-Hop equidistante da riflettori e cliché troppo spesso negativi.

Nel suo approccio genuino, affine ma non identico a quello di altre realtà emerse nella Los Angeles del periodo, il gruppo fissa fin da principio le linee guida di una carriera florida, caratterizzata da una costanza realizzativa che si riflette in un insieme – sound, contenuti, stile – abbozzato, magari perfino in maniera un po’ acerba, in “The Next Step” e poi di volta in volta cesellato, affinato, rinfrescato quel tanto che basta, senza assecondare un gusto per sua natura capriccioso e mutevole. Retrospettivamente, possiamo dire che i People Under The Stairs siano cresciuti assieme ai loro fan attraversando differenti stadi evolutivi dell’Hip-Hop: sono cambiati, rimanendo però gli stessi di sempre. Appassionati di Funk e Soul, pronti a far festa con una cassa di birra e un barbecue all’aperto, veri nella misura in cui ciascun racconto attinge da una quotidianità e un vissuto comuni a quelli di chiunque; è facile intuire perché, a prescindere da una dimensione tecnica che manca di brillantezza, l’album non ebbe clamorosi riscontri in un ambiente che, sul finire del secolo, imboccava direzioni molto diverse.

Chiarito ciò, fermo restando che la formula troverà la sua quadratura quattro anni più tardi con “O.S.T.”, i settantadue minuti di “The Next Step” hanno una fragranza persistente e ancora oggi ne riusciamo a gustare con piacere gli snodi principali. A cominciare dall’ironia di “Hardcore”, che sbeffeggia determinati atteggiamenti (il più incisivo è K: <<hey money, who told you you could rap?/In fact, word I’m checking soon as you done, nigga/I’m flexing like buff white bitches to your riches for my wags/you the last one, but the first freestyling in the hearse>>) su una strumentale ispirata dalla scuola newyorkese di inizio decennio, e dal senso di rivalsa che anima le liriche poco amichevoli di “Wannabes”, nella quale si palesano tuttavia alcune legnosità del flow di Thes (soprattutto le continue accelerazioni per stare in battuta). Problema che non ravvisiamo nella battagliera “Ten Tough Guys”, un’immaginaria battle tra i Nostri e altri dieci mc’s, forse anche per via dell’andatura più cadenzata del beat; ne deduciamo che – da poco usciti dalla high school – i People Under The Stairs fossero in una fase di comprensibile maturazione artistica, così come questa rissosità verbale (nulla più che un topos del genere) andrà via via a scemare nelle prove successive.

Quanto si sarebbe definito meglio in seguito, trova infatti radici profonde nei passaggi più leggeri della tracklist: il party di “Mid-City Fiesta”, con quel giro di basso e il microfono scambiato senza sosta, è irresistibile; le scorribande amorose di “The Turndown”, con K, Thes e Assault (il più presente tra i featuring, tutti interni alla cerchia d’amicizie dei PUTS) inconsapevoli di aver messo gli occhi sulla medesima latin chick, sono uno storytelling che strappa più di un sorriso; la motivazionale “Time To Rock Our Shit”, corredata da un delizioso contrappunto di scratch, esprime l’anima più old school della coppia; la biografica “Los Angeles Daze” è un sincero omaggio alla città d’origine, ai personaggi e ai luoghi che hanno contribuito a formare i People Under The Stairs; infine, dato che l’argomento non poteva mancare, “D.A.R.E.” dà sfogo a un altro loro vizietto, quello per le sostanze psicoattive. Il tutto, conviene ricordarlo, poggiato su efficaci selezioni di sample e robusti tagli di batteria, in questo caso evidenziando sì un livello di competenza alle macchine già soddisfacente.

La storia discografica di Thes One e Double K comincia qui, esempio concreto dell’energia e della vitalità dell’Hip-Hop: con le sue piccole imperfezioni, “The Next Step” è anzitutto il frutto di un’intesa e di un’amicizia che costituiranno il propellente di un percorso che vi suggeriamo di (ri)scoprire. Non aspettatevi del talento sopraffino o uno spirito innovativo che certo non era nelle corde dei PUTS: sonorità rotonde, classiche, condite da storie il più delle volte semplici, di puro intrattenimento. Un evergreen, insomma.

Tracklist

People Under The Stairs – The Next Step (PUTS Records 1998)

  1. Intro/4 Everybody
  2. Death Of A Salesman
  3. Hardcore [Feat. Smile-Oak]
  4. Wannabes
  5. Ten Tough Guys
  6. Mid-City Fiesta
  7. Slow Bullet
  8. San Francisco Knights
  9. The Turndown [Feat. Assault]
  10. Time To Rock Our Shit
  11. The Tamburo 5 [Feat. Naimad, Assault and Shine 5]
  12. Los Angeles Daze
  13. The Next Step II
  14. D.A.R.E.
  15. Asshole [Feat. Assault]
  16. Play It Again/Outro

Beatz

  • Thes One and Double K: 1, 12, 16
  • Thes One: 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15

Scratch

All scratches by Double K

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