Rasty Kilo – Molotov
“Molotov” è il primo album ufficiale da solista di Rasty Kilo, componente del gruppo romano RapCore. E devo ammetterlo: mi ci sono avvicinato con qualche pregiudizio negativo. Sia i RapCore che Rasty Kilo non mi hanno mai convinto fino in fondo e ciò non ha potuto che influenzare le (basse) aspettative d’ascolto; ma, fortunatamente, i pregiudizi nascono per essere smontati e questo è uno di quei casi. “Molotov” non è un capolavoro, è caratterizzato da un certo numero di difetti che ne condizionano in modo rilevante la qualità complessiva, tuttavia ha, nella prestazione di Rasty al microfono e nel sound in generale, elementi abbastanza forti da convincere persino chi non è abituato a questo tipo di Hip-Hop ad ascoltarlo con piacere più e più volte.
Partiamo dalle note dolenti, da quella più pesante: gli argomenti. I testi oscillano tra la consueta narrazione biografica e l’ancora più consueta autocelebrazione. Non vi aspettate niente di più. Il che, secondo me, finisce per contraddire ciò che si legge nella presentazione dell’album; cito: il rapper racconta il proprio vissuto senza pose ma con l’intento di schierarsi dalla parte della gente che spesso non ha voce. Bene, ciò succede solo nella titletrack e in pochissime altre parti del lavoro. Per di più, sembra sinceramente improbabile collegare brani come, ad esempio, “Selvaggi”, “Death race” e “Marmi neri” agli intenti di cui sopra. Un altro paio di cose che non convincono: qualche errore grammaticale/di pronuncia di troppo (<<antitodo>>?) e l’uso dell’auto-tune in alcuni ritornelli di cui si poteva fare a meno (ma quand’è che non è così?).
Ad ogni modo, come ho già detto i pregi del disco toccano entrambe le componenti in gioco. La scrittura è fluida, mai forzata e tecnicamente soddisfacente. Il flow si adatta sempre benissimo ai beat, variando continuamente di traccia in traccia. I passaggi più convincenti, in questo senso, sono “Molotov”, “Muori provando”, “Schiavi” e “Sogni d’oro”. Delle undici tracce che compongono il disco (nelle quali i synth la fanno da padroni), la produzione di “Safari urbani” è affidata a Frenetik dei Frank Sent Us, mentre il resto è sulle spalle di Dr Cream; e non ce n’è una fatta male. Da quelle più soft a quelle più hardcore, ogni produzione suona alla grande (soprattutto in macchina!), su tutte quelle di “Muori provando” e “Schiavi”. In conclusione, credo di poter dire che quest’album non deluderà i fan di Rasty e dei RapCore, ma potrebbe piacere anche a chi fino a oggi non lo era. Per il futuro, l’unico interrogativo riguarda le tematiche: ci sarà mai, cioè, un’evoluzione? Probabilmente un giudizio definitivo su “Molotov” avrà senso solo retrospettivamente, osservando ciò che ha ancora da offrire Rasty e la qualità dei suoi prossimi lavori. Primo step di una crescita o primo di uno serie di copie? Vedremo.
Tracklist
Rasty Kilo – Molotov (Machete Empire Records 2014)
- Molotov
- Muori provando
- Safari urbani
- Selvaggi
- Death race [Feat. Noyz Narcos]
- Marmi neri [Feat. Achille Lauro]
- Tutto tace
- Medusa
- On the road
- Schiavi [Feat. Deal Pacino]
- Sogni d’oro
Beatz
Tutte le produzioni di Dr Cream tranne la traccia #3 di Frenetik
Mr. Bushsdoc
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