Reks – Rhythmatic Eternal King Supreme

Voto: 3,5/4 –

Con “25th Hour“, Reks aveva solleticato chiunque fosse alla ricerca dell’Hip-Hop più quadrato: gran beat di pianoforte e basso a firma Premier, classici cut su ritornello e chiusura (Nas e Lady Of Rage), un flow grintoso e preciso. Non che l’mc originario di Lawrence fosse nuovo a questo genere di macigni, come dimostrano qua e là anche “Along Came The Chosen” e “Grey Hairs”, questi ultimi due, tuttavia, ne indicano pure le debolezze più evidenti, ovvero una palese tendenza a ripetersi e qualche pecca nella scelta delle strumentali.

Ecco, per certi versi il punto è esattamente questo: “Rhythmatic Eternal King Supreme” riesce a smaltire tali imprecisioni? In parte sì, la durata complessiva resta ancorata all’ora piena e di skit non ce n’è neppure l’ombra, ma oltre a “25th Hour” abbiamo altri episodi tra l’interessante e l’ottimo. Al tempo stesso, però, tocca registrare degli strafalcioni proprio da chi meno te l’aspetti, meglio quindi chiarire subito che se “Thin Line”, prodotta da Pete Rock, è solo un po’ scialbetta, Alchemist e l’Hi-Tek di “The Wonder Years” vanno ben al di sotto del passabile, così come Nottz non è che brilli (“Limelight”) e Statik Selektah ha la sfortuna di campionare “Am I A Good Man” praticamente in contemporanea a “Purified Thoughts” di Ghostface.

Il dato più interessante resta in ogni caso l’acclarata maturazione lirica del nostro Corey Isaiah Christie, che rispetto all’esordio (dieci anni tondi) e di disco in disco risulta sempre più efficace in tutti gli aspetti del proprio Rap, mantenendo uno standard qualitativo inalterato anche quando i beatmaker non gli sono di grande aiuto. Valgano da esempio “Mr. Nobody”, che dietro il refrain leggermente zuccheroso cela un testo, tutto in prima persona, di notevole impatto, raccontando le difficoltà dovute a una madre tossicodipendente e a un padre morto di AIDS, “Cigarettes“, che spiega con originalità il proprio tabagismo, “Kill Em”, intelligente critica all’industria musicale condotta attraverso un indovinato ribaltamento del punto di vista (a parlare è appunto un assassino di rapper underground) e l’introspezione di “This Is Me”.

Al tempo stesso, i brani più ignoranti, vale a dire “25th Hour”, “This Or That” e “The Underdog”, fanno da contrappeso alla componente biografica, altrimenti monotona e alla lunga noiosa, grazie alla buona dose di aggressività e punchline. Non sempre eccellenti, infine, i (pochi) featuring, tra i quali si segnalano negativamente quelli di Styles P e Freeway. L’impressione, abbastanza nitida, è che “R.E.K.S.”, esattamente come le uscite precedenti sopra citate e pur rimanendo un progetto nell’insieme valido, poteva aspirare a risultati migliori di quelli ottenuti in concreto; di conseguenza immagino che l’autodefinizione di Reks, <<the greatest rapper no one heard about>> (“The Underdog”), avrà validità quantomeno fino al prossimo futuro.

Tracklist

Reks – Rhythmatic Eternal King Supreme (Brick Records 2011)

  1. 25th Hour
  2. Thin Line
  3. Limelight
  4. Kill Em
  5. This Or That
  6. Why Cry [Feat. Styles P]
  7. Face Off [Feat. Termanology]
  8. The Wonder Years
  9. This Is Me [Feat. Dj Corbet]
  10. Mr. Nobody
  11. The Underdog
  12. U Know [Feat. Freeway]
  13. Cigarettes [Feat. Lil Fame and Atticabarz]
  14. Mascara (The Ugly Truth)
  15. Like A Star
  16. Self Titled (Bonus Track)

Beatz

  • Dj Premier: 1
  • Pete Rock: 2
  • Nottz: 3
  • Sean C & LV: 4
  • Statik Selektah: 5, 10, 14, 15, 16
  • The Alchemist: 6
  • Sha Money XL: 7
  • Hi-Tek: 8, 12
  • Mike Frey: 9
  • Blaze P: 11
  • Fizzy Womack: 13