Royce Da 5’9” – The Allegory

Voto: 3,5

<<You don’t wanna end up on my bad side/why don’t you let me project some of this good on you?>>. Cantando queste parole nel ritornello di “Do Ya Thang”, una delle tracce conclusive di “PRhyme 2“, Royce Da 5’9” si dimostrava consapevole di aver vissuto per troppo tempo nel lato oscuro della propria vita, trovando finalmente il casello d’uscita di un’autostrada dove si viaggia solo a velocità incontrollata grazie alla sopraggiunta sobrietà. Se la seconda parte del brillante uno/due confezionato con Preemo portava con sé un giustificato gusto di redenzione, restituendo alle scene un mc con la stessa fame di sempre, solo più lucido e rinnovato nell’animo dal lungo percorso riabilitativo, l’eccellente “Book Of Ryan” si rivelava come una profonda disamina autobiografica improntata sulla ricerca di motivazioni che spiegassero la sofferta discesa agli inferi, trovando nella scrittura una delle migliori medicine prescritte dallo psicanalista.

The Allegory” vede più di qualche cicatrice rimarginata, trae la sua ispirazione dalla recente scoperta del lato più saggio della propria personalità, nonché dalla volontà di rappresentare un punto di riferimento, un faro acceso dagli insegnamenti tratti dalla cattiva esperienza, gettando i presupposti per un lavoro molto ambizioso. Forse troppo, verrebbe da dire, perché alla fine dei conti non si tratta di un concept album come si sarebbe potuto presumere dal titolo scelto o pensando a qualcosa che l’autore aveva già mostrato con successo di poter essere nelle sue corde. Il messaggio di fondo c’è ed è tangibile in differenti parti del disco, tuttavia l’impressione è che Royce cerchi un impatto troppo forte per mostrare le nuove sfaccettature del suo cambiamento, se non altro perché in apertura cita lui stesso l’ispirazione nata dall’allegoria del mito della caverna, teoria filosofica elaborata da Platone, in quello che parrebbe essere il primo di una serie di capitoli atti a comporre un nuovo libro firmato Ryan Daniel Montgomery. Un’intenzione che in realtà non si verifica.

Se pensiamo al collegamento tra questa teoria e la natura dei concetti sociali, storici e anticapitalisti che il rapper esprime durante tutta l’abbondante ora di ascolto, l’idea è certamente intrigante. Se invece ci si sofferma sull’effettiva realizzazione di un intento così esplicitamente manifestato senza poi trovare un seguito corrispondente, dato che il prosieguo dell’album tende a parlare in maniera molto diretta senza l’auspicato ausilio di figure metaforiche, allora ci si rende conto che sarebbe stato più opportuno calibrare meglio le aspettative. In qualche modo, l’asso di Detroit se la cava ugualmente, è pur sempre un mc dalle mille risorse, carico di talento e competenza da far apparire facile qualsiasi passaggio metrico che gli si pari davanti, dotato di una forte personalità abbinata a una più precisa consapevolezza di sé, stato di maturità che rappresenta senza dubbio l’acquisizione più pregiata che Royce abbia portato a termine durante la sua lunga esperienza tra palchi e studio di registrazione, perché capace di aggiungere altra polpa a un potenziale che già da tempo aveva mostrato la sua vastità.

Pur manifestandosi in minime dosi, l’allegoria segna comunque la sua presenza; o così pare suggerire l’istinto quando tentiamo di interpretare quei pochi brani che utilizzano delle figure per indirizzare correttamente il senso del messaggio. Potrebbe difatti sussistere una relazione tra il condizionamento comportamentale degli uomini soggetti all’esperimento descritto da Platone e quello teorizzato dalle cospirazioni qui espresse (<<the Government injected crack into my natural habitat/charged me with possession and arrested me for havin’ it after that>>“Dopeman”). C’è invece poco di figurativo in diversi altri passaggi, perché il loro significato viene espresso con molta chiarezza, proponendo una gamma di considerazioni in ogni caso determinanti che tocca le disparità tra razze e la differente percezione data dal colore della propria pelle, evidenziando un lato coscienzioso che l’artista ha deciso di non voler più trascurare, lasciando una sorta di manuale d’istruzioni per le generazioni future.

La parte più propositiva di Royce emerge in “Black Savages”, per la quale apre l’uscio di casa a ospiti giunti dal sud e trasforma la negatività espressa dal titolo in una celebrazione collettiva di sé. “Tricked” riunisce metà dei Slaughterhouse – c’è KXNG Crooked a tenere adeguata compagnia – ed è uno dei tanti esempi in cui il protagonista offre la sua guida garantendo allineamento tematico tra le due strofe un tantino ripetitive nella gestione del flow, forgiando comunque un brano che conduce in porto uno scopo condiviso pure dalle riflessioni proposte dai vari intermezzi, tra i quali spicca un estratto di un’intervista di Slim Shady in persona nella quale la materia toccata è ad alto rischio di combustione.

Non si parla certo di allegorie nelle varie dimostrazioni di stile presenti nel disco, che vedono presenziare il trio di punta di casa Griselda erigendo tre distinti picchi della scaletta: Conway marchia a fuoco “FUBU” con un flow in doppio tempo che ne esalta la versatilità; Westside Gunn picchia duramente allo stomaco (<<where I’m from, driveby’s overrated/if you got five bodies then you famous>>) in una “Overcomer” dove Royce si concentra sulla battaglia iniziata contro l’ex amico Yelawolf; Benny delizia infine il palato su “Upside Down” (<<I need violence, Rasheed Wallace, I’m okay with a TEC/what’s the difference from a nigga who lived it and storytellers?/Of course we felons, sold a brick whiter than Tori Spelling>>) cospargendo di carisma uno dei migliori beat offerti dal disco. Qualcosa, poi, è evidentemente avanzato dal precedente libro di Ryan, ovvero una “Hero” dedicata al padre che ben avrebbe figurato come capitolo aggiuntivo della scorsa fatica del rapper; e già che siamo in famiglia è consono citare pure l’oscura “Thou Shall”, che vede in azione il minore dei fratelli Montgomery per un brag Rap di alta resa. Tutti episodi validissimi, certo, ma – ripeto – nulla che possa veramente relazionarsi all’ipotetico concept del disco.

Dato che si disquisisce di alte ambizioni, queste si incarnano pure nella decisione del rapper di curare la produzione quasi in completa autonomia. C’è una folta presenza di Soul e i suoni sono per la maggior parte puliti, cristallini, i loop sono densi e la varietà della strumentazione utilizzata è soddisfacente, così come lo è la versatile struttura compositiva di alcuni brani, che non si accontentano di alternare strofe e ritornelli. Il risultato finale è una via di mezzo tra le piacevoli idee riscontrate negli episodi dall’ossatura meno prevedibile (“Dopeman”, “Young World”, “My People Free” – quest’ultimo uno dei passaggi che beneficiano della presenza dell’apprezzabile Ashley Sorrell) e un misto tra eccessiva semplicità e inconsistenza di altri (“Pendulum”, “Tricked” e “Overcomer”: tutti beat a loro modo deludenti), rimandando il giudizio più definitivo a futuri esami di riparazione.

“The Allegory” non soddisfa del tutto i suoi stessi intenti, ma è un altro passo determinante della crescita di Royce Da 5’9’’. Aspettiamo il prossimo giro con immutato entusiasmo per apprezzare nuovamente quella stoffa da leader che così bene gli sta cucita addosso. Magari senza dosi eccessive di filosofia.

Tracklist

Royce Da 5’9” – The Allegory (Heaven Studios Inc/Entertainment One 2020)

  1. Mr. Grace (Intro)
  2. Dope Man [Feat. Cedric The Entertainer and Emanny]
  3. I Don’t Age
  4. Pendulum [Feat. Ashley Sorrell]
  5. I Play Forever [Feat. Grafh]
  6. Ice Cream (Interlude)
  7. On The Block [Feat. Oswin Benjamin]
  8. Generation Is Broken
  9. Overcomer [Feat. Westside Gunn]
  10. Ms. Grace (Interlude)
  11. Thou Shall [Feat. Kid Vishis]
  12. FUBU [Feat. Conway The Machine]
  13. A Black Man’s Favorite Shoe (Skit)
  14. Upside Down [Feat. Ashley Sorrell and Benny The Butcher]
  15. Perspective (Skit) [Feat. Eminem]
  16. Tricked [Feat. KXNG Crooked]
  17. Black People In America
  18. Black Savage [Feat. Cyhi The Prynce, Sy Ari Da Kid, T.I. and White Gold]
  19. Rhinestone Doo Rag
  20. Young World [Feat. G Perico and Vince Staples]
  21. My People Free [Feat. Ashley Sorrell]
  22. Hero [Feat. White Gold]

Beatz

  • Royce Da 5’9”: 1, 2, 3, 4, 6, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 21, 22
  • Dj Green Lantern and Royce Da 5’9”: 5
  • Dj Premier and Royce Da 5’9”: 7
  • Royce Da 5’9”, dEnAun and Carlos “6 July” Broady: 18

Scratch

Dj Premier: 7

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