Shawn Lee – Synthesizers In Space
A dispetto di una discografia abbastanza fitta, per quanto avara di collaborazioni (principalmente AM e Clutchy Hopkins) e in buona parte legata a due sole etichette (Ubiquity Records e la qui presente Eighteenth Street Lounge Music), Shawn Lee è apparso appena un paio di volte sulle nostre pagine, essendo oggettivamente estraneo sia alla cultura Hip-Hop che alla sua grammatica musicale. Polistrumentista invece che beatmaker e certo non alla maniera un po’ fracassona di Madlib, Shawn guarda apertamente alla produzione Library per gli undici temi di “Synthesizers In Space”, titolo da non prendere troppo alla lettera, data la copiosa gamma di sfumature presenti e il solido equilibrio tra analogico e digitale.
Rispetto a un gruppo come i Calibro 35, tuttavia, che al citazionismo sfegatato associa eleganza, tecnica e coralità, il nostro tiger mask procede per sottrazione, proponendo un’architettura compositiva che dovremmo conoscere piuttosto bene: basso, batteria e groove (anzitutto di chitarra, acustica e non, ma con diversi episodi più esotici). E’ appunto questo è il trait d’union che conduce (idealmente) Shawn Lee all’Hip-Hop, evocato attraverso forme che somigliano spesso a loop, scale e accordi di breve durata che poggiano su un tempo in 4/4 (tranne poche eccezioni) scandito da cassa e rullante (il beat, se preferite). Fatte le opportune proporzioni (e tanto per ribadire l’analogia con l’Italia, necessario termine di riferimento per il genere), “Synthesizers In Space” ha più affinità con “Accadde a……” di Arawak, condividendone l’irrefrenabile numerosità di stili e inclinazioni la cui estetica è tassativamente vintage.
Qualche esempio ci è di aiuto: il Funk scuro e minimale di “AJ’s Mood” (basso, percussioni e tastiere) puzza di blaxploitation, “Celestial Waltz” è un chiaro omaggio al Morricone (e magari anche al Nicolai) del thriller nostrano, “Galactica” è un energico cocktail di Synth Funk e Breakbeat che potrebbe resuscitare molti breaker in pensione, “Head Up” non è così distante dalle suggestioni Surf Rock di Fatboy Slim, accento che segna altresì “Boogie Children”, calda e sensuale grazie al duetto tra Rob Gallagher/Earl Zinger e Valerie Etienne, “Bossa Nova Seela”, infine, assume i tratti delicati e onirici di una stravagante soundtrack bollywoodiana. Come si vede, l’insieme è vario, insolito e del tutto imprevedibile, pur risultando tra gli album più brevi e accessibili di Shawn Lee. Tanto, tanto gustoso.
Tracklist
Shawn Lee – Synthesizers In Space (ESL Music 2012)
- AJ’s Mood
- Celestial Waltz
- Galactica
- Black Hole
- Head Up
- Boogie Children (Saturn Day Night) [Feat. Earl Zinger and Valerie Etienne]
- Low Riders In Space
- Lost In The Shuffle
- Bossa Nova Seela
- Jupiter’s Jam
- Tiger Style
Beatz
All tracks produced by Shawn Lee
Bra
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