Silla e Weirdo – Dioscuri in Tuxedo
Lasciata alle spalle la pesante zavorra della settimana sanremese, la coda programmatica di polemiche, commenti e pettegolezzi che – volenti o nolenti – hanno canalizzato il grosso dell’informazione musicale, possiamo tornare a parlare di barre, sample, scratch e annessi vari? Ovvero, senza voler mettere in discussione la legittimità delle scelte professionali di Junior Cally, Rancore e Anastasio (Achille Lauro mi sembra abbia virato verso altri generi da prima di “Rolls Royce”), che ne dite di riportare l’Hip-Hop a casa propria? Se la risposta è in ambo i casi sì, il modo migliore per farlo consiste nel collegarsi a Spotify e selezionare il titolo “Dioscuri in Tuxedo”, progetto pubblicato in scia all’ottimo “Metamorfosi” (già lodato qui) e scandito da sette tracce che rinforzano ulteriormente l’intesa tra i milanesi Silla e Weirdo, binomio interno al collettivo Mad Soul Legacy ma dotato di adiacenze che rimandano all’assioma per eccellenza, quello del duo formato da rapper e beatmaker.
Tornando alla premessa: apertura e chiusura dell’introduttiva “Ifigenia” – <<io ti porto solo Rap, tu portane rispetto/voi con la cosmesi, cosplayer al mio cospetto>> e <<cieli senza stelle, vedo sanguinare/in mezzo a questi scemi non mi nominare>> – a nostro avviso fanno subito riferimento a una scena che, tra convergenze e ibridazioni, restituisce un’immagine di sé spesso distorta, tale da doverne prendere addirittura le distanze. Non a caso, nei suoi ventidue minuti di durata L’EP cristallizza un approccio che non conosce vie di mezzo, intransigente nella misura in cui, a un pubblico poco preparato, inesperto e dunque privo di adeguati strumenti interpretativi, potrebbe risultare ostico, ermetico, difficile; è lo stesso Silla a sottolineare l’argomento – con sottile ironia – in “Occhiali Gaultier” (<<qui fan gli esigenti/non ho fan ma esegeti>>) e “Il giardino delle Esperidi” (<più sono osceni, più hanno prosceni/non sono io l’intellettuale, siete voi scemi>>).
Tutto ciò per dire che “Dioscuri in Tuxedo” ci piace in primis per il suo carattere diretto, immune ad annacquamenti di ogni sorta. Potrebbe sembrare un’ovvietà e invece non lo è: se è vero che l’Hip-Hop italiano ha oramai raggiunto un’esposizione mediatica imponente, tocca comunque operare una distinzione tra quanti – a prescindere dall’ambito mainstream e underground – adottano un linguaggio alla portata di un’utenza molto allargata e quanti, all’opposto, conservano un atteggiamento spigoloso, a tratti perfino ostile. Che è appunto il modus operandi di Silla e Weirdo, la cui trance agonistica è a livelli clamorosi e, complici le tempistiche asfissianti (ancora “Ifigenia”: <<bacio ‘sti beat, li uccido/due dischi in sei mesi è un eccidio>>), si incarna in un percorso che non concede sconti di alcun tipo: l’abbondanza di citazioni dalla mitologia classica, il lessico curatissimo, l’efficace gioco di contrasti tra barre eleganti e poi crude, la scrittura che procede per immagini e libere associazioni, il mood notturno e una produzione che non teme di mostrare ascendenze di chiara sponda americana circoscrivono il perimetro di un progetto che impegna l’ascoltatore, coinvolto in un’esperienza a tratti immersiva.
Intanto, concedendoci una battuta, potremmo consigliarvi di recuperare un vocabolario e un bignamino di letteratura greca (certo, è sufficiente anche Google); in mancanza, “Dioscuri in Tuxedo” è un’uscita da gustare a partire dalla prova maiuscola di entrambi i protagonisti, la cui maturità artistica si riflette in un amalgama di stilettate belle cattive (il singolo “Scordo tutto”: <<chi ti fa il culo? Indovinato/vengo dal futuro se qui scordano il passato/…/st’odio lo percepisco/troppi cazzi in bocca, zio, mica vi capisco>>), beat di qualità sopraffina (l’ingresso dei fiati in “Cold blooded” è pura delizia), lucidità (“Diomede”: <<mille euro frate non bastano/queste le mie prigioni, scrivo merda all’ergastolo/noi sul patibolo, rischi che capitano/i poeti qui parlan solo di dischi di platino/…/alla luce degli eventi non ho mercato/è colpa mia, non ho testi da pre-adolescenti>>) e competenza tecnica (la composizione di “Il giardino delle Esperidi”, calda e al contempo minimale, è encomiabile).
Aggiungere ulteriori parole alla recensione non ne cambierebbe senso né sostanza; che in ultimo potrete desumere dall’unica annotazione negativa che intendo accollarmi: l’assenza della versione fisica (almeno ad oggi) potrebbe lasciare con l’amaro in bocca chi – come il sottoscritto – nel ricorso al digitale trova una soddisfazione incompleta. Incrociamo quindi le dita e, nel frattempo, facciamo di nuovo clic su quel tasto play color verdino.
Tracklist
Silla e Weirdo – Dioscuri in Tuxedo (Mad Soul Legacy 2020)
- Ifigenia
- Scordo tutto
- Cold blooded
- Occhiali Gaultier
- Il giardino delle Esperidi
- Diomede
- Cameriere dalla Luna
Beatz
Tutte le produzioni di Weirdo
Scratch
- Dj Lil Cut: 2, 5
Bra
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