Silla e Weirdo – Metamorfosi

Sul finire dell’anno, quando chiunque – siti, esperti (o sedicenti tali), appassionati – compilerà la propria classifica a tema Hip-Hop italiano, assicuratevi che “Metamorfosi” abbia una sua casellina nell’elenco; in caso contrario, sarà opportuno sollevare più di un dubbio sull’affidabilità della stessa. E’ un pensiero che prescinde da gusti e soggettività: se la qualità del Rap è cospicua per tecnica, lessico e inventiva, se il beatmaking può competere con quello a stelle e strisce, se l’amalgama ha una personalità che non passa certo inosservata, c’è poco da stare a spaccare il capello in quattro.

Il duo milanese formato da Silla e Weirdo consolida il catalogo Mad Soul Legacy con una prova che, nei suoi trenta e passa minuti di durata, ci lascia infatti soddisfatti in pieno; sia a un livello di lettura più superficiale, apprezzandone le barre chiuse sempre con mestiere e il sound articolato, che scendendo nel vivo di un’operazione gustosamente complessa, la cui densità di citazioni – tra storia, mitologia e letteratura – spinge molto in alto la cifra stilistica dell’album. Il quale – lo chiariamo a scanso di equivoci – per essere assorbito nella sua totalità reclama una partecipazione attiva da parte dell’ascoltatore, chiamato a decifrare perfino una quartina dedicata ai nemici di turno: <<dietro una maschera, una maschera si cela/ristorantino Emmaus, un tavolo per cena/voi tali e quali, mugugnate dietro una schiera/io non ho ali, ma pugnalate dietro la schiena>> (“Velluto”).

E’ bene quindi sottolineare che se nel caso di Weirdo, già reduce dalle ottime performance di “Eldorado” e “L’era della bestia”, siamo di fronte alla conferma di una crescita da tempo approdata alla completa maturazione, quella di Silla DDDictator si rivela invece una sostanziale sorpresa, conoscendone ad oggi solo l’EP “Horror vacui”, pubblicato a nome Prinz aka Lukiddu, e i vari impegni di crew. Luca Urciuoli, classe ‘86, ha dosato le proprie apparizioni e, attraverso “Metamorfosi”, svela un’attitudine che accogliamo come una ventata d’aria fresca, perché combina il carattere e l’irruenza del Rap hardcore con un immaginario ricco di spunti interessanti, abbinamento che tiene in equilibrio estro, crudezza e credibilità: <<sempre vario nelle barre come nel vestiario/oggi mi vesto con gli scheletri del tuo armadio/non sono un morto di fama, non ho fame di apparenza/e non sopporto l’influenza come gli influencer/‘sti parvenu non pervenuti, giusto un chiarimento/io punto a diventare un punto di riferimento>> (“Street value”).

Riteniamo altresì convincente l’atteggiamento nei confronti della scena (la titletrack: <<qui recitano a chi più se la cava/intanto regrediamo, il mio mic è una clava/…/è da un po’ che temo i vostri dettami/Geronimo Bosh, vedo il diavolo nei dettagli>>), ulteriore riscontro di un approccio che adotta la via della creatività anche quando l’argomento è di pura routine. Forse non a caso, Weirdo gioca la mano senza risparmiarsi e cura la produzione in ogni sfumatura: l’ampiezza della gamma melodica (dai pestoni di “Fratelli Chapman” e “Street value” all’eleganza di “Velluto”), la programmazione minuziosa di tutti i pattern di batteria e – insisto – l’autenticità della composizione, di impronta classica ma mai emulativa, indicano un lavoro di fine cesellatura, concorde a una ricerca terminologica da cui scaturiscono raffigurazioni davvero vivide – <<qui ogni notte qualcuno cerca qualcosa/mezzanotte, viale Certosa sembra Carcosa/la mia biro è perniciosa, è un cuchillo/fumo chantilly, tranquilo/conto i giorni a Chankillo>> (“Black humor”).

Mi perdonerete allora il sovraccarico di quotable, direttamente proporzionale a una prestazione che non imbocca scorciatoie: i versi e le allegorie di “Argonauta”, “Re francese” (<<i giovani qui mi sembrano vecchi, progeria>>) e “Antigone” (<<bevo nebbiolo, scrivo nebbioso/giusto due nozioni/do lezioni senza essere lezioso/una penna colta è una rarità/fra’ la mia è solo una Colt, fa papam, papam, pam>>) sono l’eccezione all’interno di un ambiente che tende sempre più a banalizzare idee e scrittura. E’ per questa ragione che uscite come “Metamorfosi”, coraggiose e atipiche quanto basta, fanno ben sperare, tanto più se si muovono nel più rigido perimetro dell’Hip-Hop (a questo proposito, come non apprezzare il coinvolgimento di Benny The Butcher?). In sintesi: ascolto obbligato.

Tracklist

Silla e Weirdo – Metamorfosi (Mad Soul Legacy 2019)

  1. Metamorfosi (Dei Mani)
  2. Oh no
  3. Macstarna
  4. Fratelli Chapman [Feat. Jack The Smoker]
  5. Argonauta
  6. Velluto
  7. Black humor [Feat. Jangy Leeon e Lanz Khan]
  8. Re francese
  9. Street value [Feat. Benny The Butcher]
  10. Personale
  11. Antigone

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  • Dj Lil Cut: 1, 9, 11