Sixtoo – Antagonist Survival Kit

Voto: n.g.

Se c’è una caratteristica, una logica, un filo conduttore che accomuna i dischi alla “Antagonist Survival Kit”, questo va ricercato nella loro capacità di spostare l’orizzonte percettivo dell’ascoltatore dalla mera concretezza della piccola stanzetta in cui si trova a un ambiente mentale composto di sola musica. Al giorno d’oggi, la maggior parte dei dischi nascono – secondo i dettami di sua maestà MTV – per intrattenere, rimanendo nell’ambito di ciò che va di moda, indirizzando i gusti della massa, predeterminando il successo di questo o di quell’altro (presunto) artista; “Antagonist Survival Kit” mira altrove. La parola d’ordine è evasione e la condizione richiesta è quella di non aspettarsi nulla di vagamente simile alle porcherie proposte a meticolosa ripetizione dai principali canali di diffusione musicale.

La psichedelia (quella vera…) è morta parecchi anni fa, ora tocca all’Elettronica e alle sue tante incarnazioni riuscire a superare i confini della standardizzazione per aprire porte che un’intera Industria vuole tenere ermeticamente chiuse. Sixtoo è originario di Montreal e, come l’ex socio Buck 65, ha mosso i suoi primi passi nell’ambito indie canadese, l’affinità di suono con Anticon e Vinyl Monkeys gli ha fatto mettere a segno importanti collaborazioni, lasciando germogliare uno stile che racchiude l’astrattezza dell’Elettronica e le strutture portanti dell’Hip-Hop. In “Antagonist Survival Kit” la musica riveste dunque il ruolo principale: è gelida, visionaria, ipnotica, le poche strofe presenti hanno una funzione di contorno e mantengono un registro piuttosto basso, che lega perfettamente con le note cupe e minimali del progetto.

“The Mile-End Artbike/Suicide Manual” è sicuramente il sunto più completo di “Antagonist Survival Kit”, dato che dei circa quarantasei minuti di durata ne occupa quasi venti: l’idea che muove un po’ tutta la produzione di Sixtoo consiste in soldoni nell’assemblare sonorità piuttosto acide (campionate o meno) e beat ossessivi di ispirazione vagamente europea, la melodia canonicamente intesa cede il posto a dissonanze in grado di cannibalizzare ispirazioni il più delle volte divergenti tra loro (la chitarra acustica e la batteria sintetizzata di “A To Zero”, il pianoforte ottocentesco in “Baroque”). Indubbiamente, tracce come “Daggers On All Corners” e “Funny Sticks” non rappresentano né l’attuale tendenza dell’Hip-Hop né ciò che dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro, ma riescono a sottolineare una mutazione che, per quanto ancora al suo stadio iniziale, è comunque in atto. “A.S.K.” (acronimo per nulla casuale) è dunque una di quelle uscite che, pur staccandosi dall’Hip-Hop, ne riesce a mostrare alcuni tra i suoi tratti più interessanti, perché l’evoluzione è un potere da tenere sotto controllo, sì, ma che non va temuto. <<There’s something that I’m missing. Something inside of me>>.

Tracklist

Sixtoo – Antagonist Survival Kit (Vertical Form 2003)

  1. Something
  2. A To Zero
  3. Fear Of Flying
  4. Baroque
  5. Outremont Mainline Runs Across The Sunset
  6. Daggers On All Corners (Live)
  7. Funny Sticks
  8. Amphitheatre
  9. The Mile-End Artbike/Suicide Manual
  10. Keyed Cars

Beatz

All tracks produced by Sixtoo