Slaine – Slaine Is Dead
Una rapida occhiata alla copertina e una ricerca approfondita sulle origini del breve pezzo introduttivo ci svelano moltissimo riguardo al nuovo EP di Slaine: l’artwork vede uno scheletro steso a terra con una bottiglia vuota di fianco, una croce celtica, date di nascita e morte, mentre l’intro scandisce alcune malinconiche note di chitarra acustica accompagnate da una voce femminile la quale recita parte del testo di “The Ballad Of Mairead Farrell”, che grazie al web scopriamo essere una canzone che racconta la storia della morte di una volontaria dell’IRA (Irish Republican Army), uccisa a colpi d’arma da fuoco nel 1988 sulle strade di Gibilterra.
Sono simbolismi che racchiudono efficacemente l’essenza di un George Carroll sobrio da oramai due anni sottolineando la forza dell’orgoglio irlandese, componente fondamentale di un lavoro che comincia il suo viaggio da una repentina discesa all’Inferno inglobando considerazioni personali, rimorsi riguardanti il passato, dolori fisici, per poi volgere il suo percorso verso la redenzione. Slaine si getta in un fervido vortice di sentimenti altalenanti, parlando della fasulla e temporanea ebbrezza data dal sentirsi il mondo in mano, penando per gestire le conseguenze della notorietà, commettendo oggi gli stessi errori di ieri, trovandosi a dover rendere conto di una nuova promessa fallita tentando disperatamente di raccogliere le forze e ricominciare tutto da capo.
“Slaine Is Dead” può essere paragonato al confessionale di un personaggio che abbiamo sempre conosciuto come rozzo e che finalmente è capace d’introspezione e consapevolezza della propria capacità di produrre ottima musica senza necessariamente essere alticcio, generando alcuni passi di autentica poesia senza privarsi di una natura che rimane fondamentalmente rude. <<And as I fell from grace, through the winds of sin/I had to go and find my wings again/while the angel of death goes and sings the hymn/as he strangle my breath, tore me limb from limb/will you let your soul slip to the other side/will the caterpillar turn into the butterfly?>> sono le parole di un uomo che ha capito di non avere molte altre possibilità di salvarsi, i due pezzi collocati all’inizio della scaletta, “Slaine Is Dead” e “Nobody Prays For Me”, rappresentano la presa di coscienza del ritrovarsi in un circolo vizioso e nel contempo la delusione per tutte quelle volte in cui si è mancata l’opportunità di uscirne, liberando il desiderio del definitivo cambiamento.
“Pusher” è un altro passo molto significativo, guarda il Diavolo dritto negli occhi e ne delinea i tratti affrontando di petto la figura che questa situazione ha contribuito a crearla; Slaine sa benissimo di essere stato pure lui uno di quegli american zombies citati dal testo, conosce l’argomento di cui parla perché lui stesso porta i segni di quell’oscurità sulla sua stessa pelle. Molto concreta dal lato concettuale è altresì “Just The Way You Are”, supportata a dovere da Termanology il quale aiuta a creare due strofe intense e sintoniche sopra un sottofondo musicale di pura tensione, un episodio dove la raccolta di ricordi poco piacevoli assume i toni della rivalsa ma anche della ricerca delle motivazioni che hanno causato l’intraprendere di certe strade.
La consapevolezza di potercela fare contro ogni ostacolo è adeguatamente simboleggiata dal trio conclusivo di tracce, una vera e propria luce che appare d’improvviso alla fine del tunnel. “Knocked Down” rappresenta la reazione nei confronti della consapevole auto-distruzione, racconta rabbiosamente di come sia rimasto appena un briciolo di forza sufficiente a rialzarsi in piedi anche dopo il presunto knockout sferrato dal destino, trovando una visione e una motivazione per farcela. “Legendary” prosegue la logica del discorso riesaminando importanti lezioni di vita in compagnia di Vinnie Paz e di un Ill Bill piacevole ed abilissimo nell’intrecciare sillabe e termini che ad altri difficilmente passerebbero per il cervello, mentre la chiusura è affidata alle corde pizzicate di “Comin’ Home”, ambientazione ideale per ponderare ancora un istante prima di affrontare il rinnovo personale, ricordando ciò che è stato e mettendo a fuoco ciò che sarà, ponendo nel mezzo vittorie, sconfitte, ma anche la soddisfazione per avercela fatta.
In aggiunta alla sua solidità concettuale, l’album fornisce una prestazione lirica molto soddisfacente – seppur non esente da qualche sillaba mangiata e un paio di chiusure di barre con sospetta gestione del fiato – e Slaine affronta con disinvoltura queste sette tracce (l’ottava è l’intro di cui al primo paragrafo) con il suo riconoscibile timbro rauco e graffiante, usa una maggiore espressività rispetto al passato, mischia bene gli schemi metrici all’interno di uno stesso pezzo curando con attenzione consonanze e rime interne, impostando occasionalmente interi ritornelli sull’allitterazione. La produzione è a sua volta da promuovere a pieno titolo, The Arcytipe alterna sintetizzatori a campioni freschissimi ottenendo un ideale compromesso nel dosaggio tra sonorità pulite e sample adeguatamente filtrati, in più i set di batteria picchiano tutti al punto giusto. Il grassissimo beat di “Pusher” o le distorsioni tagliate e loopate ad arte per “Nobody Prays For Me” non sono cose che ci si toglie facilmente dalla testa e nel complesso ogni proposta musicale risulta essere pienamente conforme alle aspettative.
Benvenuto dunque al nuovo Slaine. Più che una morte, sembra proprio un nuovo ed ottimo inizio.
Tracklist
Slaine – Slaine Is Dead (AR Classic Records 2016)
- Intro
- Slaine Is Dead
- Nobody Prays For Me [Feat. Demrick]
- Pusher
- Just The Way You Are [Feat. Termanology]
- Knocked Down [Feat. Rite Hook]
- Legendary [Feat. Ill Bill, Vinnie Paz and Jared Evan]
- Coming Home
Beatz
All tracks produced by The Arcitype except track #5 produced by The Arcitype, Termanology and Dj Deadeye
Scratch
Dj Eclipse: 4
Statik Selektah: 5
Mistadave
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