Snowcat – Atto Solenne
Snowcat, classe ’83, nella vita di tutti i giorni Giulio Paparo, è un beatmaker partenopeo alla prima uscita ufficiale, pubblicata da Goodfellas e realizzata col contributo di numerose voci al microfono – spiccano subito i nomi di Oyoshe, Polo, Ntò, Dope One e Ale Zin, presenze che spingono in alto le ambizioni. E infatti “Atto solenne” non è un progetto assemblato alla meno peggio, dal punto di vista musicale possiede un’identità abbastanza precisa e, nell’insieme, raccoglie liriche di buona qualità; certo, il formato rimane quello di una compilation il cui collante è dato in sostanza dalla mano che gestisce tutti i beat e gli scratch (e forse dall’uso preminente del dialetto), perdendo invece coesione nella scelta dei temi affrontati lungo le tredici tracce, per ovvie ragioni un po’ generici nonché sbilanciati verso autocelebrazione ed ego trip variamente assortito.
Inquadriamo allora anzitutto la prova del protagonista, il quale muove i primi passi nel Jazz e approda all’Hip-Hop durante gli anni novanta: Snowcat abbina synth, sample (Abba, Cat Stevens, Matia Bazar, Nina Simone, Van Halen, Bee Gees – ce n’è per tutti i gusti!) e batterie sia classiche che moderne, le composizioni sono il riflesso di questa dualità e alternano soluzioni più tradizionali (il campione tagliato su misure brevi di “L’amore è una parola”, le voci della titletrack) con percorsi molto attuali (“Purple weed”, “Mostri per moda”); a unire il tutto sono la limpidezza del sound, mai sporco o ruvido, e un timbro west coast percepibile in alcuni episodi (“Mo’ money”, “Nirvana hills”, “Odio nell’indole”). A mio avviso, il tratto è un tantino scolastico, un’esecuzione asciutta, accurata, sobria, ma da definire meglio sul piano della personalità, mancando una hit (underground, va da sé) in grado di lasciare l’ascoltatore a bocca spalancata: convincono, in altre parole, l’approccio professionale, il suono impeccabile e la capacità di misurarsi con diversi mood, al tempo stesso occorre però trovare intuizioni più originali per spiccare in un ambiente che, per quantità, al momento ha parecchie opzioni da offrire.
Lineare, invece, l’apporto degli oltre venti mc’s coinvolti, perché se il dato tecnico è mediamente elevato, il che dimostra quanto Snowcat abbia pescato bene nella ricca scena napoletana, la gamma dei contenuti rientra sempre – come accennato sopra – in cliché abbastanza noti (e, nel caso di “L’amore è una parola”, sembra addirittura di percepire una vaga morale maschilista, l’addove l’uomo è alla ricerca di un sentimento profondo e la donna riduce tutto a un gioco di seduzione e sesso). E’ dunque nelle sue combinazioni migliori che la tracklist offre gli spunti più interessanti, ovvero nell’introduttiva “Tempo di essere vivi”, in “Bukowski” (con quattro apparizioni, Oyoshe si conferma ampiamente in forma), “Male lingue” e “Mammut”, brani che, per riuscita complessiva, potrebbero indirizzare il produttore nel corso dei prossimi impegni artistici.
Perché “Atto solenne”, al netto dei pregi e difetti segnalati, ha il fine (non esclusivo) di dare a Snowcat la visibilità necessaria per proseguire quanto qui è solo un abbozzo iniziale, un gruppetto di idee da sviluppare e cesellare ulteriormente.
Tracklist
Snowcat – Atto Solenne (Godfellas 2015)
- Tempo di essere vivi [Feat. Oyoshe, JBone e Ariki]
- Mai e poi mai [Feat. Polo e Kaledo]
- Mo’ money [Feat. O’ Gemell e Dekasettimo]
- Nirvana hills [Feat. UomoDiSu e Ale Zin]
- L’amore è una parola [Feat. Matto mc e O’ Tre]
- Bukowski [Feat. Oyoshe]
- Accendi le forme [Feat. Sof e O’ Rep Joker]
- Purple weed [Feat. Ntò, Anem Amar e Palù]
- Male lingue [Feat. Dekasettimo e JBone]
- Mostri per moda [Feat. JBone, O’ Tre, Reddos e Boom Buzz]
- Atto solenne [Feat. Dope One e Anem Amar]
- Odio nell’indole [Feat. El Koyote, Dope One, Realeza e Oyoshe]
- Mammut [Feat. Dope One e Oyoshe]
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