SottoTorchio – Musica per organi caldi

Penso che Bukowski non avrebbe avuto nulla in contrario nel prestare a quest’album il titolo di una sua raccolta di racconti. Se non altro perché il progetto in questione è un calderone in cui ribollono violenza, sesso, droga, amore, alcool e, in generale, quella decadente e ironica morale di vita che Bukowski ha raccolto nei lancinanti aforismi delle sue fatiche letterarie. Aggiungete che i SottoTorchio trascendono il semplice Rap, puntando su uno stile hardcore con derive punkeggianti che si riassume in un vortice di psichedelica liricità pornografica. Contro le mode, “Musica per organi caldi” si muove nella direzione contraria di tanto Rap – e non solo, anche il Pop non scherza in quanto a retorica – italiano, sfoderando anticonformismo e personalità controcorrente in quantità.

Non troverete, perciò, pezzi pompati per i club: i club, al contrario, vengono dissacrati e sputtanati nel peggiore dei modi in “Disco inferno”. Non troverete storie d’amore con lieto fine mieloso: pornografia e disillusione la fanno da padroni in “Bella dentro” – che è pure in video. Non troverete idilliache celebrazioni delle proprie radici: la città natale del duo è molestata e rifiutata in “Bari decadence”. Non troverete apologie della scrittura: in “Bloodlines” il Rap è morbo e terapia, croce e delizia, soluzione e malattia. Non troverete inni commerciali alla musica da industria: assieme a Kiave (super, ma c’è bisogno di dirlo?) in “Dusty Vinyl Junkies”, i SottoTorchio si uniscono per rivendicare l’amore per il vinile e per il diggin’ più appassionato e sincero. Non troverete rime spensierate da intrattenimento: “La piccola bottega degli orrori” è quanto di più macabro, sanguinolento e splatter si possa trovare su una linea di cassa e rullante. Niente spazio per l’ottimismo, dunque, soltanto sfumature di grigio e di nero (“Metropolishit” riassume appieno l’attitudine); e ho il dubbio che non si tratti soltanto di una scelta artistica, ma un reale modo di pensare la realtà che ci circonda.

Il versante musicale del disco è pienamente coerente e amministrato da Shagoora, Argento e Danko con rara maestria. L’uso del campionatore non viene mai abbandonato in favore di opzioni sintetiche e i loop di batteria sono caldi e trasportati, collocati su valori di bpm medio/bassi, sostenuti da giri di basso profondi e sentiti. Tecnicamente, GrannySmith dà prova di perizia linguistica, senza scadere nel rigirare semplicistiche rime da scuola elementare, da un lato, e dall’altro senza aggredire il beat con roboanti figure di suono e interminabili file di allitterazioni. Stesso discorso vale anche per il socio Shagoora, che non è certo un mc di minor spessore, nonostante debba darsi da fare anche sulle macchine. Diretti al punto giusto, non esagerati nella tecnica ma neppure elementari, forti di una possente personalità ostinata e alternativa, capaci di accordare suoni, parole e stati d’animo, con i SottoTorchio ci troviamo sotto gli occhi una realtà (una delle poche) originale e autentica, capace di emozioni vere in un ambiente che sta facendo del conformismo esibizionista la propria regola di vita.

Tracklist

SottoTorchio – Musica per organi caldi (No label 2009)

  1. L’anomalia
  2. F#ck SottoTorchio
  3. S.I.R.S. (shit is real, son)
  4. …sottochi!?
  5. Dusty Vinyl Junkies [Feat. Kiave]
  6. Metropolishit
  7. Disco inferno
  8. Psychedelia
  9. Il futuro è ora
  10. Bella dentro [Feat. Okram]
  11. Ruote dell’ingranaggio [Feat. Banana Spliff]
  12. Preludio al
  13. Diario di un verme solitario
  14. Bari decadence
  15. Bloodlines
  16. La piccola bottega degli orrori [Feat. Morioka]
  17. T.O.BA [Feat. Shogun e Fionder]
  18. Ricordo ancora
  19. Special k (duemilanove rmx)

Beatz

  • Shagoora: 1, 2, 7, 8, 14, 15, 17, 19
  • Dj Argento: 3, 4, 5, 11
  • Dj Danko: 6, 9, 10, 12, 13, 16, 18

Scratch

  • Dj Danko: 2, 3, 14
  • Dj Argento: 9, 17
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Riccardo Orlandi

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