The Doppelgangaz – Peace Kehd

Voto: 4

Si susseguono incessanti i ritmi delle pubblicazioni fatte pervenire dai Doppelgangaz, team composto da due personaggi più unici che rari rispondenti ai nomi di Matter Ov Fact ed EP. L’uscita di “Peace Kehd” rappresenta difatti il quarto capitolo ufficiale di una discografia che presenta inoltre due raccolte di beat e un paio di album di breve durata, il tutto assemblato in un periodo di soli cinque anni. Immissioni di mercato così serrate a volte possono far pervenire dubbi sulla qualità del contenuto, ma ancora una volta il duo di girovaghi proveniente da Orange County (New York, non California – precisiamo) è riuscito a confezionare l’ennesimo prodotto piacevolmente coerente nei confronti di un certo tipo di sonorità grezze appartenenti alla costa east, infarcendo il tutto con rime srotolate con abilità e scioltezza, tematiche contenenti una congrua dose di humour e flow elastici, in grado di cambiare morfologia da un momento all’altro cavalcando ogni beat con disinvoltura.

L’impressione che “Peace Kehd” genera ascolto dopo ascolto è molto semplice: una volta provato non si riesce più a staccarvisi. E’ un disco che, come i suoi predecessori, nasce dalla pretesa di rigenerare un certo tipo di sound sigillato con lo stucco agli anni novanta, ma allo stesso tempo è qualcosa di originale ed estremamente attraente anche per l’orecchio più abituato a quel tipo di canone sonoro: undici tracce autoprodotte – consuetudine oramai consolidata da parte del duo – che scorrono via con una compattezza che molti dischi oggi si possono scordare, perché presi da mille featuring e altrettante produzioni differenti; un album organico e fluido che, una volta consumato, invita a cibarsi nuovamente dello stesso senza il pericolo di stancarsene subito dopo. Probabile ciò sia causa dell’ipnosi provocata da mine istantanee del livello di “Holla X2” (a parere strettamente personale, il singolo dell’anno), costruita su un oscuro loop di piano e un synth che sembra rubato a “The Chronic”, dove MOV ed EP eseguono la loro prima dimostrazione di bizzarre citazioni culinarie (<<look inside the pocket there’s no gorgonzola in it>>), riferimenti sessuali colmi di elementi comici e diversi passaggi descritti con perizia.

Oppure sarà perché stavolta sono così sfrontati da osare di brutto e anziché rievocare i nineties della east riprendono per mano esplicitamente sonorità west che non si sentivano da un ventennio (“Live Rugged” e “Ungodly” possono ricordare il primo Warren G, con l’aggiunta di bassi da far cadere un condominio), peraltro impacchettando una dietro l’altra due hit clamorose come “Sh*t Rock” e “Knowntchootahlie”, accomunandole con basamenti che funzionano a suon di clap e scioglilingua eseguiti a velocità vorticose che raccontano di improbabili amanti ottantenni o non esattamente carine (<<I say, yo baby girl, let’s not make this a spectacle/your nose is out of place/plus your face is asymmetrical>>) – e in mezzo a tanto humour è pure possibile notare qualche scelta lessicale ricercata. Ancora, sarà perché sono sempre divertenti attraverso collegamenti di barre consecutive con termini quali fresca/spaghetti alla puttanesca/tesla/vespa e una citazione inneggiante al formaggio Asiago, temi portanti di “Fall Thru”.

Se poi consideriamo che nel mezzo delle tracce rappate infilano dei pezzi strumentali molto validi, che denotano impegno nel diggin’ come provato dall’innegabile fascino dell’apertura/chiusura (“Peace In” e “Peace Out”), della piacevole “$ In Da Air”, che fa muovere la testa anche se non l’hai mai sentita prima, o dall’appendice messicana posta al termine di “Come Down Awn Eht”, nella quale il meraviglioso suono del mariachi lascia un gustosissimo sapore sul palato, allora il quadro comincia davvero a farsi completo. Per carità, si può discutere sul fatto che il disco non offra tutte queste tematiche e che sia una gigantesca parodia da principio a fine, sul fatto che ci sia un minimo di ripetitività produttiva verso il termine (“What’s Your 20”) e che il tutto sia un po’ breve, ma la conclusione è sempre la stessa: lo si può ascoltare una, due o tre volte di fila e la sua freschezza rimane maledettamente intatta.

Un altro colpo andato a segno per i venerabili predicatori del Doppel Gospel.

Tracklist

The Doppelgangaz – Peace Kehd (Groggy Pack Entertainment 2014)

  1. Peace In
  2. Holla X2
  3. Sh*t Rock
  4. Knowntchootahlie
  5. $ In Da Air
  6. Live Rugged
  7. Ungodly
  8. Come Down Awn Eht
  9. What’s Your 20
  10. Fall Thru
  11. Peace Out
  12. Holla X2 (Instrumental)
  13. Sh*t Rock (Instrumental)
  14. Knowntchootahlie (Instrumental)
  15. Live Rugged (Instrumental)
  16. Ungodly (Instrumental)
  17. Come Down Awn Eht
  18. What’s Your 20 (Instrumental)
  19. Fall Thru (Instrumental)

Beatz

All tracks produced by The Doppelgangaz

The following two tabs change content below.

Mistadave

Ultimi post di Mistadave (vedi tutti)