Timeless Truth – Cold Wave
Nel sempre folto panorama Hip-Hop newyorkese, i Timeless Truth hanno trovato modo di distinguersi con determinazione ed inequivocabilità. Spiccata capacità di auto-promuoversi, una scelta cromatica del relativo logo immediatamente riconoscibile e legata a doppio filo alla loro territorialità – blu e arancio sono colori ben noti a chi segue lo sport professionistico di New York – ed una discografia sinora sempre dimostratasi di qualità costituiscono una chiara volontà di emergere assumendo un’identità sempre più definita. In una piazza così grande, l’impressione è che i fratelli Rodriguez continuino a fornire interessanti conferme nel rappresentare quanto di meglio si possa attualmente reperire nell’underground della Grande Mela, essendo evidente la loro natura di coppia di mc’s tecnicamente molto valida e sempre ben motivata nel mantenere un alto livello prestazionale, abbinando alle consistenti liriche un reparto sonoro ben delineato e perfettamente cucito su tutto ciò che il duo esprime.
Ogni pezzo denota una particolare cura dei dettagli, il posizionamento delle liriche è accuratamente pensato e gli schemi metrici molto validi, trasformando ciascun brano in un continuo innalzamento dell’asticella e lasciando un solco profondo su ogni passaggio, come se si trattasse di un’amichevole competizione dalla quale, peraltro, la riuscita complessiva del disco trae soltanto beneficio. E’ una sfida fraterna per stabilire chi riesce ad inserire il maggior numero di sillabe assonanti in una singola barra mantenendo un significato compiuto del testo, vi sono fiumi di rime interne arricchite da saltuarie allitterazioni e consonanze, un utilizzo ottimale di similitudini e wordplay, nonché dello spezzamento/piegamento di alcuni termini per far coincidere le rime, all’interno delle quali fa di tanto in tanto capolino qualche espressione ispanica consona alle origini di Solace ed Oprime39. E’ per questi motivi che nei riguardi di pezzoni come “Wavelenght” frega il giusto che la medesima sia già edita da un paio d’anni, perché ne avremmo qui preteso la presenza anche se fosse risalita al secolo scorso: la classe di Large Pro nell’alternare quei due sample così ciccioni è sopraffina, la batteria è infettiva, le liriche danno scosse elettriche, facendo del brano un pilastro inamovibile della discografia dei TT.
Ad ogni buon conto, guardandosi attorno alla ricerca di episodi entusiasmanti il rischio è quello di non riuscire a starci dietro… “Gods In The Details” è semplicemente perfetta dal punto di vista lirico, ne emerge tutta la bravura del duo nel creare immagini centrando sistematicamente gli schemi metrici e percorrendo una tematica divina auto-referenziale ricorrente tanto quanto quella delle temperature polari, per non dire del teso Funk del beat che già avevamo apprezzato nel precedente “Rock-It Science”. “Hardbody Karate” rappresenta una consistente similitudine tra la disciplina delle arti marziali e quella del Rap, ospitando una delle ultime prove del compianto Sean Price (la cui voce è palesemente indebolita rispetto alla consuetudine…un tragico segno di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco?). Dato che i ragazzi se la cavano benissimo pure da soli, ne consegue che l’indimenticabile P sia uno dei soli tre ospiti coinvolti nei featuring, alla pari di un Ill Bill incazzato nero con la poca coerenza del sistema discografico e che sputa acido mentre la cassa e il basso di “Kevlar Bodybags” picchiano duro, più un Your Old Droog indubbiamente bravo ma dannatamente troppo uguale a Nas, coinvolto nell’atmosfera lo-fi sostenuta da basso ed archi in “Russian Rock Hammers”. La tematica climatica è il cuore pulsante di pezzi come “Arctic Challenge”, nella quale entrano ovunque sbuffi a bassissime temperature creando l’idea di un ambiente inospitale, col duo che sembra rappare dall’interno di una caverna ghiacciata, ed è di nuovo Sean P a fornire l’ispirazione corretta per il gran finale, nel quale il dolore per la sua scomparsa riporta alla mente tutti quegli amici che se ne sono andati troppo presto (<<To my brother from Brownsville, God bless your life/been downhill for real since we lost Sean Price/how could one man that’s larger than life be lifeless?>>).
Eseguendo una scelta differente solo in parte rispetto al passato, le produzioni non sono più un’esclusiva totale del bravo El RTNC, che risulta comunque firmatario della maggior parte dei pezzi qui presenti confermando l’idillio tra la personalità dei rapper e la sua ottima vena Funk, ma è notevole il lavoro di adattamento stilistico che ognuno dei nomi coinvolti riesce a mettere a punto garantendo la necessaria continuità. E’ un viaggio che oltre alle numerose citazioni anni settanta del produttore principale include le significative tinte sudamericane di Dj Woof, le proposte melodiche di Dj Skizz (il beat di “Cold Wave”, per dovere di cronaca, è già stato sovra-utilizzato altrove in passato, anche se qui funziona tutto sommato lo stesso per come i fratelli ci rappano sopra…), le deviazioni psicotiche firmate Arch Druids e un’indovinatissima intuizione da Funk cinematico del sempre mitico Marco Polo, donando al risultato finale una sensazione di inequivocabile solidità complessiva a discapito delle possibili differenze stilistiche tra un beatmaker e l’altro. “Cold Wave” è un’altra prova maiuscola per i Timeless Truth, già autori di un esordio coi fiocchi corredato da tre EP, spingendo sinora al massimo sul pedale qualitativo sottolineando così un talento che un giorno potrebbe renderli grandi come gli idoli con cui loro stessi sono cresciuti. Continuando su questa strada, della piazza di cui sopra potrebbero presto impadronirsene…
Tracklist
Timeless Truth – Cold Wave (Different Worlds Music Group 2016)
- De Blasio Speaks
- 4 The Real 1s
- Pop Champagne
- Cold Wave
- Hardbody Karate [Feat. Sean Price]
- Gods In The Details
- Kevlar Bodybags [Feat. Ill Bill]
- 40 Below
- Wavelenght
- Dimelo
- Russian Rock Hammers [Feat. Your Old Droog]
- U Know
- Arctic Challenge
- In Due Time
Beatz
- El RTNC: 2, 3, 7, 8, 11
- Dj Skizz: 4, 14
- Dj Woof: 5, 10
- Marco Polo: 6
- Large Professor: 9
- Roc Marciano: 12
- Arch Druids: 13
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