Toni Zeno – Porte strette
<<Ho scritto il disco dei miei sogni coi miei incubi/e il fumo nelle palle se cerchi concetti intimi>>. Come introduzione “…al rito”, queste due barre sono la sintesi precisa del Rap di Toni Zeno. Skill, istinto, semplicità. Dalle “Porte strette” di un EP (sette brani per una durata media di due minuti scarsi) passa davvero tanto delle doti al microfono di questo giovane veterano. Se la formula per rendere il Rap di nuovo grande consiste nel ridurre all’osso (semplicità, dicevamo, che non sta per banalità!), Toni è uno dei più ispirati a farlo. Il suo stile essenziale, strafatto, dalle atmosfere lente e subacquee, la sua voce tagliente su loop ossessivi (digressione: si produce da solo pure tutti i beat, eccezion fatta per un intervento a testa di B-Rain e l’immancabile Aleaka), il suo contributo alla causa comune dell’ormai fu M*R*G*A, sono fatti ampiamente noti.
Con “Porte strette”, il rapper classe ’95 propone una sorta di aperitivo, accennando a direzioni possibili da percorrere, strade appena iniziate e ancora lunghe, oltreché imprevedibili. Se per la compagnia di Gioielli fondamentali sono stati l’approccio e lo stile, in aperta avversione a contenuti e messaggi troppo didascalici, Zeno va oltre. Stile a pacchi, come da prassi. Produzioni scarne ma potenti. Spazio al minimo per melodie e ritornelli. Eppure, c’è molto di più. Ogni episodio nasconde un piccolo tesoro ancora inespresso di concetti, immagini, situazioni… Se un limite c’è (c’è sempre, non disturbi), si tratta della durata. Come coiti interrotti, le tracce si interrompono quasi sul più bello. Passaggio obbligato per rispettare i tempi dell’ascoltatore medio, un po’ meno per la libertà del flusso creativo. Comunque, ogni traccia di questo gustoso progetto ha qualcosa d’interessante in sé, che cattura e scava.
“Tuma”, pezzo da consumo immediato e compulsivo (come il formaggio, appunto), rime su rime istintive che nascondono al loro interno una profondità di ragionamento non indifferente, pensieri che puntano a scavarsi una buca piuttosto che ad autoproclamarsi geniali e profondi come nelle peggiori (nel senso di migliori) punchline (<<faccio forza sui miei punti di rottura/scendo e basta, non competo in levatura>>); <<tipo un’espiazione>>, Zeno usa il Rap per guardarsi dentro e poco importa se l’informazione arrivi o meno (<<o ti piaccio o me ne fotto>> – “Pasta coi ricci”). Ma le gemme del disco – che sta bene in piedi anche nella titletrack e in “Iquos” – sono “Lazzaro (alzati e cammina)” e “0942”. La prima è una malinconica ballata notturna con un breakbeat tagliato con l’accetta e linee potenti e mirate; la seconda è il pezzo più originale (e meglio riuscito) del lotto, strofa costruita sull’iterazione ossessiva dei quattro numeri, dimostrando la vera abilità al microfono del Nostro.
L’abbiamo già scritto altrove: che vi stia simpatico o meno, che ne apprezziate o meno il carattere polemico e diretto (nel caso, non le manderà certo a dire), Gionni Gioielli è l’unico che abbia dato uno spazio, una direzione e una vetrina non patinata a ragazzi provenienti da tutt’Italia, instaurando un meccanismo di competizione virtuosa e apprezzabile. Complimenti a lui e a Toni Zeno, uscito dalla sua fucina ma non per questo nel mezzo di un cammino senza meta. Anzi, le idee ci sono e paiono pure chiare.
Tracklist
Toni Zeno – Porte strette (Rina Niura 2023)
- Introduzione al rito
- Tuma
- Pasta coi ricci
- Lazzaro (alzati e cammina)
- 0942
- Iquos
- Porte strette
Beatz
- Toni Zeno: 1, 3, 4, 6, 7
- B-Rain: 2
- Aleaka: 5
Zeffiro B
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