“Una vita all’assalto” e’ il documentario che racconta gli Assalti Frontali

Venerdì 14 giugno verrà proiettato in anteprima al Biografilm Festival, nella sezione Art & Music, “Una vita all’assalto”, il documentario sugli Assalti Frontali scritto e diretto da Paolo Fazzini e Francesco Principini. Presenti all’appuntamento, che si terrà alle 21:30 nella Sala Mastroianni del Cinema Lumière di Bologna, i registi, il protagonista Militant A e i produttori Manetti Bros. e Pier Giorgio Bellocchio. “Una vita all’assalto” è una produzione Mompracem e uscirà nelle sale quest’estate, tra i nomi che hanno partecipato al progetto: Pol G, Bonnot, Caparezza, Castro X, Gino Castaldo, Elio Germano, Ice One, Carlo Martelli, Er Tempesta, Testimone Oculare, Irene Di Noto, Dj QVP, Andrea Ruggeri e Gianluca Staderini, oltre allo stesso Militant A e ai Manetti. Dopo più di trent’anni, il leader del gruppo che per primo ha inciso un album Rap in lingua italiana si racconta come mai prima d’ora, dipingendo una parabola umana e artistica che affonda le radici nella storia d’Italia, nel mondo dell’autonomia antagonista, dei movimenti studenteschi, fedele ai propri ideali, ai sogni, alla voglia insopprimibile di fare musica e al desiderio di cambiare il mondo. Ancora oggi. I registi descrivono così la pellicola: la possibilità di poter disporre di rarissimi filmati inediti dei primissimi anni ‘90 fino alle soglie del 2000, ci hanno convinto a realizzare un documentario che fondesse musica, politica e vicende private, raccontando con uno sguardo diverso anche alcune vicende che il nostro Paese ha attraversato dalla Prima Repubblica a oggi. La realizzazione di un documentario sulla storia di Assalti Frontali non è solo un’occasione per tributare il giusto omaggio a una formazione senza eguali in Italia, ma offre anche l’opportunità di presentare al grande pubblico la parabola unica di un uomo che ha scelto di fare della propria ricerca artistica un percorso di vita concreta, nel segno della coerenza e dell’originalità. Due valori che la produzione musicale contemporanea sembra un po’ aver perso di vista. Da un punto di vista tecnico, abbiamo scelto di girare con diaframmi molto aperti, giocando con la profondità di campo, sfocando il fondo e mettendo al centro le figure umane, sia degli intervistati che delle persone che intervenivano durante le riprese, concetto che ci sembrava si sposasse bene con tutta la spinta creativa che gli Assalti hanno nel raccontare le vicende delle persone che incontrano tutti i giorni.