Westside Gunn – Pray For Paris

Voto: 4

Devo farvi una confidenza: da un po’ di tempo a questa parte, ogni volta che mi accosto a una nuova uscita marchiata Griselda Records avverto un pizzico d’ansia, dubitando che la quantità e la qualità della loro proposta musicale possano tenersi così a lungo in sincronia. Non si tratta certo di sfiducia; semplicemente, la statistica non è dalla parte di Alvin Lamar Worthy, Demond Price e il loro cuginetto Jeremie Pennick, i quali – supponiamo – di calcolo della probabilità, casi favorevoli e frequenza dell’evento sanno e se ne fregano ben poco, ragione sufficiente per continuare a sommergere il mercato underground con un numero di titoli senza pari. Ne consegue che se dopo la pubblicazione di “WWCD”, vertice ipotetico di una faticosa arrampicata verso i piani alti della scena Hip-Hop, sarebbe stato logico aspettarsi una fase di distensione e magari di ragionevole appagamento, nel caso del trio di Buffalo gli appuntamenti in agenda sono invece rimasti fittissimi.

Conway si è concesso tre mesi scarsi per rilasciare “LULU”; Westside Gunn, che tra l’altro era reduce da “FLYGOD Is An Awesome GOD” e “Hitler Wears Hermes VII”, ha chiuso “Pray For Paris” tra gennaio e marzo. D’altronde, l’adagio dice batti il ferro finché è caldo; e tuttavia i laboratori Griselda non hanno avuto bisogno di ritoccare i loro ritmi di lavoro, già scanditi da una filosofia aziendale basata su rigido stacanovismo e mutuo sostegno: concepito con l’approssimarsi della fashion week parigina, l’album viene imbastito in una prima sessione di due giorni durante la quale WSG tratteggia a matita lo schizzo di sei tracce e poi confezionato nel successivo passaggio in sartoria, operazione suggellata dal coinvolgimento del designer Virgil Abloh – direttore artistico della linea uomo Louis Vuitton – per il rapido restauro di un Caravaggio datato 1607. Tutto ciò, ricordiamolo, a pochi giorni dal ricovero del Nostro per sintomi da Covid-19.

Detto dello stylist, ago e filo sono nelle mani esperte di una decina di produttori che, una volta ancora, suffragano l’ipotesi che la formula Griselda riesca a funzionare a prescindere dagli addendi, considerata la sostanziale omogeneità di “P.F.P.” anche quando ai tasti si avvicendano figure non esattamente intercambiabili quali Dj Muggs, Dj Premier e Tyler, The Creator. Il player conteggia quarantuno minuti orditi nel velluto, la costante è il ricorso a eleganti note di piano che contrappuntano il Rap sopra le righe di Westside Gunn e dei suoi ospiti, impegnati a intrecciare aneddotica criminosa, ostentazioni varie, riferimenti all’arte, moda e omaggi al wrestling (“No Vacancy” pesca nel passato remoto: <<slam you on your neck like Bruno Sammartino>>). Prevenendo eventuali obiezioni sul punto, mi affretto a chiarire che l’assoluta sfacciataggine con cui l’mc prosegue, da un lato, a raccontare grosso modo le medesime storie e, dall’altro, a ingrossare la tracklist con una generosa dotazione di featuring, è una delle ragioni che ci convincono a seguirne l’insolita carriera; un approccio che il nostro Lord 216 sintetizza bene così: oh, siamo Griselda e una cosa come noi non è mai esistita, quindi beccatevi i dischi e zitti.

In altre parole, di “Pray For Paris” conosciamo in anticipo atmosfere e contenuti; dunque ci limitiamo a registrarne il livello complessivo e le piccole novità del caso. Ad esempio salta subito all’occhio la presenza centellinata di Daringer, che però tira fuori dall’hard disk due autentiche gemme: in “George Bondo” si ricompone il quintetto di “WWCD” (Beat Butcha cofirma la strumentale) per un brano che va dritto tra le memorabilia della crew e conferma l’eccellente momento di forma di Benny; la strofa di “Allah Sent Me”, scritta per intero a tre mani e con un ritornello perfino più irritante del solito, gode di un’ambientazione cupa e ansiogena che è Griselda style al 100%. Non è meno rilevante il reintegro in squadra di Camoflauge Monk, che in “327” taglia il nastro della prima collaborazione tra Westside Gunn (<<I threw coke in the pot, watched it bloom residue and consume/he started wavin’, had a lighter and dope spoon>>), Joey Bada$$ e Tyler, The Creator con un raffinato beat dal gusto Jazz, mentre in “French Toast” opta per un tocco Soul che fa giusto il paio con la morbida voce di Joyce Wrice.

A proposito di alleanze, vecchie o nuove che siano, segnaliamo quelle adamantine con Freddie Gibbs e Roc Marciano in “500 Dollar Ounces”, nella quale il buon Fredrick dimostra di trovarsi in perfetta sintonia col padrone di casa (<<I got skeletons in my closet, right next to Balenciaga/call me Fred DiBiase, garage is a million dollars, my nogga>>), e con Boldy James in “Claiborne Kick”, prodotta da Alchemist con lo stesso ricettario utilizzato nell’ottimo “The Price Of Tea In China”. Infine, non possiamo che felicitarci del bis di Dj Premier a quasi un anno da “Headlines”: scratcha qualche linea di Prodigy e Phife Dawg, programma cassa e rullante sui pad, aggiunge il basso, un sample e il gioco è fatto, WSG non deve far altro che ribadirci quanto sia cattivo (<<earned my respect, talk sink, when I whipped it ain’t lock/the steel look gorgeous, face in the stocking>>).

Insomma, non varrà i milioni di dollari battuti da Christie’s per il Salvator Mundi di Da Vinci (vedi l’intro “400 Million Plus Tax”), ma siamo sicuri che scatenerà il solito sold out non appena sarà disponibile in versione fisica – nel frattempo, ci accontentiamo del digitale.

Tracklist

Westside Gunn – Pray For Paris (Griselda Records 2020)

  1. 400 Million Plus Tax
  2. No Vacancy
  3. George Bondo [Feat. Conway The Machine and Benny The Butcher]
  4. 327 [Feat. Joey Bada$$, Tyler, The Creator and Billie Essco]
  5. French Toast [Feat. Wale and Joyce Wrice]
  6. Euro Step
  7. Allah Sent Me [Feat. Conway The Machine and Benny The Butcher]
  8. 500 Dollar Ounces [Feat. Freddie Gibbs and Roc Marciano]
  9. Versace
  10. Claiborne Kick [Feat. Boldy James]
  11. Shawn Vs Flair
  12. Party Wit Pop Smoke [Feat. Keisha Plum]
  13. Le Djobila [Feat. Cartier A Williams]

Beatz

  • Dj Muggs: 2
  • Daringer and Beat Butcha: 3
  • Camoflauge Monk: 4, 5
  • Conductor Williams: 6
  • Daringer: 7
  • The Alchemist: 8, 10
  • Jay Versace: 9
  • Dj Premier: 11
  • Tyler, The Creator: 12
  • Bohemia Lynch: 13

Scratch

  • Dj Premier: 11
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