X-Ray – Monsta Mixes

Voto: 3,5/4 –

Ci sono storie raccontate con dovizia di dettagli, sviscerate ricorrendo a dati, circostanze e documenti; ce ne sono altre, invece, destinate a rimanere nell’ombra, misteriose, ricche di vuoti e ricostruzioni parziali. Quella del collettivo Monsta Island Czars rientra senz’altro nel secondo insieme, testimonianza diretta di un fervore artistico che, nella maniera frenetica e sgangherata dell’underground più indipendente, ha lasciato dietro di sé una lunga scia di progetti cui nessuno – o quasi – ha prestato particolari attenzioni. Si potrebbe obiettare che, se non sono state tessute delle lodi, è perché non c’era ragione di farlo; discorso che fila, ma il punto non è quello: nel loro perimetro d’azione, “Escape From Monsta Island!” prima e “Take Me To Your Leader” di King Geedorah poi raccolsero un ottimo riscontro, in buona misura correlato alle crescenti quotazioni di un Daniel Dumile entrato nel suo periodo più prospero. Ecco, un fascio di luce riflessa avrebbe dovuto colpire i rimanenti Zar (presenti, peraltro, anche in “Operation: Doomsday”), finiti al contrario in un parziale anonimato che i diversi titoli pubblicati in quegli anni non riuscirono a smuovere.

Nello specifico, Megalon e Rodan ebbero le loro occasioni con Day By Day Entertainment, mentre Kamackeris, Gigan, Kong e Ray Long rimasero legati alla Mindbenda Recordings di X-Ray aka King Ceasar: se è vero che MF Grimm aka Jet-Jaguar fu l’ideologo dei M.I.C. e MF Doom aka King Geedorah il suo membro di spicco, al rapper e beatmaker originario del Queens spettò un ruolo da deus ex machina, essendo di fatto il responsabile dei suoni e dunque del taglio stilistico caratterizzanti la gran parte del ciclo. Uscite a un anno esatto l’una dall’altra, con “Escape…” posto nel mezzo, le raccolte “Monster Mixes Vol. 1” e “Vol. 2” andavano a completare un piano d’attacco molto aggressivo, recuperando brani solisti, posse track e remix; “Monsta Mixes”, fuori in vinile per la tedesca FXCK RXP RXCXRDS, attinge appunto da quel serbatoio con cinque tracce selezionate da ciascun volume, più una tratta dal 12’’ “The Come Up” e un paio di exclusive bonus joints, il tutto rimasterizzato di pacca e con strumentali del solo X-Ray. Totale: tredici chicche, per una durata di quasi tre quarti d’ora, che evocano il fascino di quell’ortodossia così disincantata e artigianale dalla quale – magari con modalità e ambizioni più concludenti – sono germogliate altre realtà extralarge come, per fissare il parallelo più scontato, il Wu-Tang Clan.

Non stupirà, quindi, che tra i passaggi più interessanti della tracklist spicchino i due episodi col maggior numero di monstas in azione: “Witchcraft” in una versione remix che, grazie al campione di “I Wanna Touch You Baby” di Roy Ayers, dà un tocco di colore all’originale conservando intatta la varietà di flow e voci che è da sempre il tratto distintivo del gruppo (<<collapse, find my voice with drums, string, wind and brass/this industry got you gassed like the only thing of value on this Eart is cash/so you’re at the cinema, watching curtains crash/turnabout is fair play, got you hurting fast>> – Rodan e la sua instancabile verbosità), e l’oscura “Evacuate The Club”, che richiama abbastanza le prime produzioni di Doom e svela un gustoso quid di follia quando alterna scenari da strip club ed elenchi di minacce (<<hear my voice come clear through the system/same thing goes when I’m dealing with true wisdom/who is them? You hear the crowd in the background/nobody knows ‘til you hear the clicker-clack sound>> – King Cesar). A grandi linee, dovreste già saperlo, le trame proposte ruotano attorno a schemi simili, non eccedendo in complessità neppure quando il microfono è in mano a un solo rapper.

Al contempo, di Gigan notiamo l’ottima competenza tecnica (“In Search Of”), Kamackeris ha modi più spicci (<<I got the bags full of greeny green, more better/than some cigarettes with nicotine, more cheddar/niggas like yo, K, you’re too pushy/I’ll be like nah, nigga, you’re just pussy>>“Live Life”, che campiona “Night Moves” dei Patchwork e potrebbe di conseguenza ricordarvi “In-Outs” di The High & Mighty o “R U My Nigga?” di Cormega), Spiga, morto due anni fa, ha un timbro inconfondibile e inserisce sovente elementi religiosi tra le liriche (“Now That’s Sweet”, sulla coda di “By The Time I Get To Phoenix” di Isaac Hayes), Kong, cugino di quest’ultimo, abbina con efficacia visionarietà e battle Rap (ottima “Broken Nose Flow”); Ray Long e Quiz erano degli affiliati provenienti dal giro di X-Ray e qui non sfigurano. Insomma, singolarmente ciascuno riesce a distinguersi e a essere parte di una formazione che, nel suo piccolo, ha saputo trovare una dimensione identitaria molto precisa, sia ludica che bizzarra. Ed è per questo che ne parliamo ancora oggi.

Monsta Mixes” si chiude sul puro hardcore di “Blindfold”, esprimendo un potenziale che – nonostante, supponiamo per ragioni di diritti, non compaiano né MF Grimm, né MF Doom – avrebbe dovuto condurre i Monsta Island Czars un po’ più allo scoperto. Si sa come va a finire quando degli enormi kaijū si risvegliano dal loro sonno in apparenza eterno e, tra una pedata di proporzioni titaniche e un improvvido starnuto al laser, radono al suolo intere cittadine indifese; a noi, tuttavia, quelle strambe e improvvise sortite sono sempre piaciute, anche quando tocca accontentarsi di una compilation celebrativa che vi suggeriamo di non sottovalutare.

Tracklist

X-Ray – Monsta Mixes (FXCK RXP RXCXRDS 2024)

  1. Witchcraft Remix (Rodan, Megalon, Kong, Kamackeris, Spiga and King Ceasar)
  2. In Search Of (I.S.O.) (Gigan)
  3. Written In Blood (Spiga and Kong)
  4. Live Life (Kamackeris)
  5. The Famine (Ray Long)
  6. Evacuate The Club (Kong, Kamackeris, Spiga and King Ceasar)
  7. Now That’s Sweet (Spiga)
  8. I Seen It All (Spiga)
  9. Gorilla Warfare (Megalon and Kong)
  10. Livest Nigga (Ray Long)
  11. New York, New York (Quiz)
  12. Broken Nose Flow (Kong)
  13. Blindfold (Megalon, Kong and Rodan)

Beatz

All tracks produced by X-Ray